Nella giornata di ieri si è scatenato un grande polverone intorno ad Ibrahimovic e la sua presunta bestemmia durante Cagliari-Milan. Secondo le norme introdotte il 19 febbraio dello scorso anno “in caso di utilizzo di espressione blasfema, in occasione o durante la gara, è inflitta ai calciatori e ai tecnici, la sanzione minima della squalifica di una giornata”. Ciò che più fece discutere a riguardo fu proprio la decisione di applicare la prova televisiva per sanzionare “il peccatore”.
La procura, nel caso specifico di Ibra, avrebbe potuto decidere di acquisire le immagini di Sky e, dopo averle visionate, squalificare lo svedese. Ma non sarà così. Perché la Procura Federale non ha fatto richiesta della prova tv al Giudice Sportivo in mancanza di elementi e prove concrete. Ciò che comunque faceva ben sperare in casa Milan erano i precedenti: lo scorso campionato i primi ad essere sanzionati furono l’allenatore Di Carlo e il giocatore Davide Lanzafame. Mentre altri giocatori come Marcoli e Buffon riuscirono a scamparla. Il giocatore clivense si giustificò dicendo di aver fatto riferimento a Diaz e non a Dio mentre per il portiere della Juve, secondo la sua versione, il soggetto dell’imprecazione era un non meglio specificato zio.
Anche in caso di squalifica che, ricordiamo ancora, non c’è stata, il derby non sarebbe stato a rischio. Fin ora infatti gli squalificati erano stati fermati soltanto per una giornata. Il Milan quindi poteva sì perdere l’attaccante ma solo per la partita a Bergamo contro l’Atalanta. Un sospiro di sollievo per Allegri e per tutto l’ambiente rossonero. Niente prova tv per Ibra.