Fiducia al Faraone!

Minuto 83. Il tabellone luminoso segnala una nuova sostituzione: fuori Pato, dentro El Shaarawy. San Siro fischia amaramente il Papero e accoglie senza troppa fiducia il piccolo Faraone. “Non lo fa giocare contro le piccole e ora lo butta dentro al derby” il pensiero comune. Può un ragazzino che non gioca praticamente mai risolvere la partita più sentita della stagione? Può un ragazzino far dimenticare il fallimento dell’operazione Tevez e le deludenti prestazioni dei brasiliani?

El92 fin ora nella sua carriera è andato di corsa: super star nella primavera genoana, grande protagonista in serie B al Padova, poi addirittura il salto di categoria e l’arrivo nella squadra campione d’Italia. Qui allenamento dopo allenamento, mattoncino dopo mattoncino, si inserisce nel gruppo e raccoglie consensi da più parti. Vero, la partita non la risolve, ma ci arriva incredibilmente vicino. Il suo impatto con il match è di quelli che solo i grandi campioni riescono ad avere. Poco più di una manciata di minuti a disposizione, la carta della disperazione che Allegri, esasperato per la scarsa vena degli attaccanti, lancia un po’ a sorpresa.

Vederlo sempre in panchina fa piangere il cuore. La paura che si demoralizzi e sfiorisca è tanta. Per questo, e anche per l’apporto che potrebbe dare alla squadra, come avevamo già fatto tempo fa, vogliamo pregare Mister Allegri di trasformare gradualmente le manciate di minuti in quarti d’ora, in 30, 40, 50, 60, 70, 80,90 minuti. Così i giovani crescono, così i giovani maturano. Lui, per ora, sembra non voler scappare in provincia: “Voglio restare qui. Spero di imparare molto, mi trovo veramente bene”. Quell’assist al bacio per Robinho, capace di “mangiarsi” un gol anche senza la stanchezza di una gara intera disputata, grida vendetta. La speranza è che presto gli venga concessa l’occasione per ripartire da lì, da dove aveva finito ieri. Minuto dopo minuto, mattoncino dopo mattoncino, per costruire insieme qualcosa di importante.

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