Gol e spettacolo: è un Milan faraonico

Sarà Juventus-Milan la seconda semifinale di Coppa Italia. E per il Milan, che ci arriva per il secondo anno consecutivo, le premesse per fare un buon percorso ci sono tutte. Il quarto di finale contro la Lazio si presenta però come una partita ostica, con i biancocelesti che negli ultimi anni ci avevano sempre fatto fuori. Ma stavolta la storia è diversa, gli interpreti sono cambiati e il protagonista è un giovane classe ’92 che, zitto zitto, si sta guadagnando sempre più spazio. Entra in tutti i gol, delizia il pubblico con giocate di alto livello e non teme la concorrenza: in tre parole, Shephan El Shaarawy.

Ma andiamo con ordine. Dopo 5′ è la Lazio a passare in vantaggio: cross dalla destra, Abate è in versione derby e si addormenta, favorendo un ritrovato Cissè che insacca al volo il gol del vantaggio. 0-1 e subito Milan sotto. La Lazio prende fiducia, macina gioco e Lulic sulla sinistra è incontenibile. Ma il Diavolo è meglio non svegliarlo, perchè quando lo fa si riprende il tempo perso, con gli interessi. E così bastano tre minuti per cambiare la partita: Robinho, dopo il compleanno di ieri, si regala e ci regala la gioia più bella, mettendo dentro il gol del momentaneo pareggio, con una girata alla Inzaghi a pochi passi dalla porta.

Neanche il tempo di rimettere la palla a centrocampo che il Milan piazza il gol del sorpasso: Mesbah verticalizza per El Shaarawy, il Faraone si traveste da professore del calcio dipingendo un assist impensabile su questo pianeta, con un tocco sotto a saltare due uomini fantasmagorico. Palla per Seedorf che fa fuori Dias e scarica un siluro sotto la traversa: 2-1 Milan e partita ribaltata. Il secondo tempo è un monologo rossonero, con qualche offensiva della Lazio che si infrange sui guantoni sicuri di Amelia, questa sera in serata super. A 20′ dalla fine, Allegri, preservando Merkel, lo sostituisce con Ibra che nel finale, approfittando di un Emanuelson versione Ronaldinho, mette la palla dentro a tu-per-tu con Marchetti. 3-1 Milan e partita archiviata, con l’oramai irrinunciabile marchio di Ibrahimovic.

Partiti male, il Milan viene fuori alla distanza. Come nel secondo tempo di Novara. Prova incoraggiante all’esordio per Mesbah, che fa di più di Taiwo in 4 mesi di partite. Sarà l’uomo giusto? Mexes c’è; Seedorf si dimostra, quando vuole, professore del centrocampo eletto a pieni voti; Merkel da rivedere. Il tutto nel segno di un italo-egiziano che incomincia a divenir scomodo: il Faraone di San Siro, Stephan El Shaarawy.

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