La rivincita delle “riserve”

La gara di ieri contro il Novara è stata nel segno di quelli che, una volta, venivano definiti poco elegantemente “panchinari” e che oggi, nel nome del “sacro” turn-over, sono diventati i più sobri “ricambi”.

La partita di El Shaarawy, il piccolo faraone entrato in corsa per velocizzare la squadra, ha dato tutto quello che Allegri poteva chiedergli: apertura della difesa avversaria, imprevedibilità, velocità e presenza costante in zona gol. Una grande prestazione del giovane ex Padova che, dopo la buona prova in Coppa Italia si conferma ad alti livelli. Un’altra esclusione dalla lista Champions ed Allegri rischierebbe l’ammutinamento di San Siro.

La partita di Robinho, un giocatore mai troppo apprezzato dai tifosi rossoneri per i suoi numerosi errori sotto porta che rischiano di far perdere punti importanti. E invece, ieri, abbiamo notato un Robinho diverso, forse meno spumeggiante e propenso al sacrificio come ci ha abituati a vederlo, ma sicuramente più presente in zona gol, o meglio, in “zona Inzaghi” a guardare la rete segnata contro i piemontesi.

La partita di Massimo Ambrosini, il capitano per eccellenza, forse non ancora al top della condizione, ma certamente in grado, insieme a due ottimi centrocampisti come Van Bommel e Nocerino, di reggere il gioco in questo momento di “moria” generale nel reparto. Il numero 23 ha mostrato un lato di sé che non sempre appare ai più, un centrocampista capace anche di impostare il gioco una ventina di metri più avanti, come testimonia l’intuizione per il gol di Ibra che ha aperto le marcature.

Infine una chiosa su Urby Emanuelson. Allegri ha finalmente dato ascolto alle migliaia di voci che si levavano dalle fila dei supporters rossoneri che chiedevano dall’anno scorso lo spostamento del fluidificante numero 28 dalla trequarti sino al suo ruolo di origine, il terzino sinistro. Ieri nel secondo tempo abbiamo visto l’olandese su quella fascia ed il risultato è stato particolarmente interessante. Certo, c’è da dire che in copertura la squadra perde qualcosa, ma soprattutto in partite bloccate e contro squadre che fanno della difesa il primo pensiero, potrebbe essere la carta da giocare, anche dal primo minuto, per aiutare Abate ad accompagnare la squadra. 

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