Ambro, cuore da capitano

“Monumentale Ambrosini. Ha giocato una partita da capitano”.  Al termine dell’importantissima vittoria del Milan di ieri sera ad Udine, sono state queste le dichiarazioni dell’amministratore delegato rossonero, Adriano Galliani. In realtà sono la perfetta sintesi della partita del biondo centrocampista, che ha lottato dal primo all’ultimo minuto di un match fondamentale che ha dato al Diavolo la consapevolezza di essere ancora in piena corsa per lo scudetto e di poterci stare benissimo.

Il numero ventitrè da vero capitano e leader indiscusso ha saputo dare la carica ai suoi nei momenti di difficoltà ed è stato il vero e proprio trascinatore di una squadra che, con quattordici indisponibili, su un campo che quest’anno non era mai stato espugnato e dopo 75′ orrendi come gioco e impostazione della gara, ha saputo reagire e ha colto un successo tanto importante quanto insperato.

Le critiche dopo la sconfitta con la Juventus, le continue voci su un suo possibile addio a fine stagione, il tam tam mediatico che lo vuole troppo spesso e puntualmente come uno dei capri espiatori quanto si deve tacciare il Milan di essere troppo vecchio e compassato. Tutto questo invece di scoraggiare e indebolire il Capitano, lo ha caricato e oggi si è visto un calciatore splendido, che non si vedeva da un pò di tempo. Recuperi da gladiatore della mediana rossonera, falli spesi bene e intelligenti per non far ripartitre la squadra avversaria, inserimenti in zona offensiva e tanta tanta grinta che ha contagiato anche i suoi compagni, che negli ultimi minuti, ma in generale nella seconda frazione, lo hanno seguito e come lui hanno messo il cuore.

La firma su questa vittoria, oltre che dello splendido “Faraone” e di un Maxi Lopez formato Catania prima annata, è senza dubbio quella del pesarese con la maglia del Diavolo cucita come una seconda pelle addosso. ed è una firma che pesa, una di quelle firme che a fine stagione possono valere oro.

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