Dov’è finita la samba brasiliana?

Il calciatore brasiliano degli ultimi tempi è così: è capace di farsi amare, di farsi lodare, di strappare i titoloni dei giornali e, un secondo dopo, di finire nell’oblio del campione mai sbocciato per davvero. Quella qua a sinistra è probabilmente l’ultima immagine dei due insieme, in campo, a festeggiare dopo un gol. Perchè di questi ultimi tempi, per Pato e Robinho, i problemi sono gli stessi: mai in campo (del numero 70 in campo sta scendendo la copia), mai insieme a festeggiare per un gol, mai presenti e decisivi in una partita. Eppure l’anno scorso…

I numeri sono il dato più eloquente di questo nostro interrogativo: un anno fa Pato e Robinho esultarono per bene 28 volte in due, con 14 gol a testa in campionato che significarono tanto in rapporto ai punti guadagnati dal Milan. E nel momento del bisogno, cioè quando Ibra si prese la sua solita pausa primaverile facendosi buttare fuori con Bari e Fiorentina, per un totale di cinque giornate saltate nella seconda parte della stagione, i due brasiliani si caricarono la squadra sulle spalle e la condussero allo scudetto. Una storia che, quest’anno, non sembra ripetersi. Il numero dei gol segnati dai due è sconcertante, da mani nei capelli per due attaccanti come loro: 3 gol (2 di Robin Hood e 1 del Papero) in 27 partite giocate.

Seppur il problema sia lo stesso, il perchè è diverso. Per Pato, le partite giocate sono solamente 7, contro le 20 di Thiago Silva e Nocerino, i giocatori più utilizzati fino ad oggi da Allegri in campionato. Ricaduto nel solito infortunio a settembre contro l’Udinese, anno nuovo Pato vecchio: contro il Novara in Coppa Italia esce pochi minuti prima del fischio finale e rimedia il nono infortunio muscolare in due anni. Un vero disastro fisico. Per Robinho invece, il paragone con Calloni adesso incomincia ad incombere: corsa utilissima alla squadra e va benissimo, poca lucidità sotto porta e può andare, ma anche contro il Napoli se dopo 3′ dall’inizio della ripresa metti dentro quel gol a tu-per-tu con De Sanctis cambi la partita. Brocco o fenomeno? Il solito brasiliano sottoporta.

Una samba a San Siro non la vediamo da un anno, Milan-Udinese 4-4. Infortuni per uno e amnesie davanti porta per l’altro hanno rimandato la festa a data da destinarsi, sperando che adesso i muscoli del Papero siano a posti e i piedi di Robinho siano indirizzati verso la porta. Perchè nel momento del bisogno, adesso più che mai, c’è bisogno proprio di tutti. Robinho e Pato, adesso la palla passa a voi. Sperando che finisca in porta.

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