Quando un errore arbitrale cambia un campionato

Dopo le parole in settimana di un allenatore che cerca di condizionare la gara, dopo che per 90′ una squadra che viene a San Siro ha come obbiettivo le gambe degli avversari, dopo che ci annullano un gol regolare che al 25′ della partita poteva chiuderla, quello che rimane a un Milan ferito più nell’orgoglio che nel calcio giocato è un solo punto di vantaggio e tanto amaro in bocca. Amaro perchè si poteva portare a casa la partita-scudetto, una partita che se non segna il vincitore del tricolore ma molte sentenze le detta.

Il primo tempo è un monologo rossonero, con la Juventus di Conte che, seppur abbia un maggior possesso palla, non riesce mai a concludere. Pirlo è ingabbiato nella morsa tattica di Allegri, che lo circonda con Emanuelson e Robinho, vero protagonista della gara. E così il Milan non perde tempo e affonda il primo colpo al 14′: Bonucci sbaglia un disimpegno su una ripartenza bianconera, Nocerino recupera il pallone e arrivato al limite dell’area lascia partire un bolide che, deviato ancora dello stesso Bonucci, supera Buffon: è l’1-0 che era nell’aria. Poi al 25′ accade di tutto: calcio d’angolo per il Milan, palla dentro di Emanuelson che trova Mexes che di testa impegna Buffon, sulla ribattuta il più lesto di tutti e Muntari che la mette dentro. Tutti esultano, i tifosi festeggiano quando vedi Estigarribia che parte palla al piede e solo un sontuoso Abbiati para il tiro: ma che è successo? L’arbitro sul tiro di Muntari da il gol, il guardalinee annulla e la Juve parte in contropiede: San Siro esplode di rabbia.

Il primo tempo finisce con un Milan indiavolato che recrimina parecchio per una decisione arbitrale che poi risulterà determinante. Tant’è che nel secondo tempo Conte, vedendo un Milan a tutto campo, cambia subito Pepe con Estigarribia e poco dopo dentro Vucinic e fuori Borriello. Anche Allegri sostituisce uno spentissimo Pato con El Shaarawy. Ma la solfa non cambia: la partita la fa sempre il Milan, ma la Juventus in contropiede è micidiale. Al 69′ è infatti solo un miracolo vero a proprio di Abbiati a respingere il tiro ravvicinato di Quagliarella che da solo di fronte al portierone rossonero non riesce a trovare la porta. E la sua partita finisce qui: fuori Quagliarella dentro Matri. Mai cambio sarà stato più decisivo. A 7′ dalla fine è infatti l’ex scuola calcio Milan a trafiggere Abbiati con un destro al volo che lascia lo stadio attonito. Juventus che trova il pari e congela il risultato fino al 90′.

A San Siro, nella finale-scudetto, accade di tutto e di più. Tutti recriminano su errori arbitrali colossali, e tutti hanno dalla loro una ragione che si chiama prova televisiva. A fine gara Allegri sarà durissimo con la terna arbitrale e Conte, accusato di aver alzato un polverone nel pre-gara che non tornerà a placarsi facilmente. E se vogliono mettersi contro il Diavolo, vogliono la guerra. E noi la vinceremo. Sul campo, come sempre.

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