Una settimana che serva da lezione

Con la sfortunata partita di ieri si è conclusa una settimana sciagurata in casa rossonera, nella quale è davvero difficile trovare una notizia positiva.

L’unica vicenda che merita di essere menzionata tra le note liete di questa sette giorni appena trascorsa riguarda il mercato: si tratta della scelta di Filippo Inzaghi di rimanere al Milan. Una decisione che ha ancora una volta messo in risalto, se ancora ce ne fosse bisogno, le straordinarie qualità umane di questo calciatore, che ha dimostrato un attaccamento alla maglia come pochi se ne sono visti nella storia del calcio italiano. L’offerta del Siena era davvero irrinunciabile per un calciatore come Pippo, alla soglia dei 39 anni, e che ha ancora tanta fame di giocare e segnare. Ma lui ha seguito ancora una volta la strada del cuore, preferendo rimanere al Milan pur sapendo di non giocare praticamente mai, men che meno dopo l’arrivo di Maxi Lopez. E com’è stato ripagato? Con l’ennesima amara esclusione dalla lista Champions. Per come è stata trattata questa vicenda dallo staff tecnico rossonero, e segnatamente da Allegri, dovremmo inserirla tra le notizie in ribasso, ma il cuore di Pippo merita solo di stare tra quelle IN RIALZO.

Detto di Inzaghi, la settimana rossonera non ha altro di positivo da raccontare. Partiamo dall’ormai drammatico capitolo assenze. Capitolo che, invece di sfoltirsi, si rimpingua di settimana in settimana. Alla lunghissima lista degli infortuni, si è aggiunto ieri il forfait di Nesta, che, comunque, non dovrebbe avere niente di grave. Ma l’assenza che meno ci si aspettava e che più fa discutere e disperare i tifosi rossoneri esula dai problemi fisici. Si tratta di quella di Zlatan Ibrahimovic, resosi protagonista, nel corso del match di ieri, di un fallo di reazione sul colpevole (e incredibilmente graziato) Aronica. Gesto che potrebbe costare a Ibra una squalifica di tre giornate, il che significherebbe niente big match contro la Juventus. Un’assenza che, aggiunta a tutte le altre, porterebbe il Diavolo a sfidare la capolista con una formazione forse ancor più rimaneggiata di quella schierata allo Juventus Stadium lo scorso ottobre. Decisamente IN RIBASSO.

Parlando dell’espulsione di Ibrahimovic non possiamo che soffermarci sul discutibile arbitraggio del signor Rizzoli. Mai in questa rubrica ci siamo occupati dell’arbitraggio, addossando sempre la colpa delle cattive prestazioni esclusivamente alla squadra, ma quando per settimane, partita dopo partita, senti pendere sulla società Milan l’accusa di ricevere favori arbitrali, allora ci sentiamo in diritto di dire che, in questa settimana sciagurata, pur giocando male, i rossoneri, con un po’ più di attenzione da parte degli arbitri, avrebbero potuto racimolare molti più punti. Perché il nettissimo fallo di mano di Diaz era avvenuto quando Lazio e Milan erano sullo 0-0 e, con un rigore a favore, la partita sarebbe potuta decisamente cambiare. E perché quel rigore a Robinho nel primo tempo di ieri poteva esser dato, ma soprattutto perché non si può buttare fuori Ibra per un buffetto ad Aronica, quando lo stesso difensore del Napoli prende per la gola Nocerino e non subisce nessuna sanzione. Allora, guardiamoci bene dal dire che il Milan ha avuto favori arbitrali. IN RIBASSO.

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