Vittoria pesante? No, di più!

Cari amici di SM, segnate sul calendario questa data perchè non rappresenta soltanto una vittoria importantissima, ma il battesimo di una squadra finalmente nuova e orgogliosa. Una squadra che, pur con mille acciacchi e problemi, ha saputo imporsi su un campo molto più che ostico e proporre una nuova consapevolezza dal punto di vista del carattere, della grinta e della capacità di soffrire.

Vincere in rimonta, per 1-2 al Friuli, con due reti frutto della bravura e della fame di due attaccanti in grandissimo spolvero quali il Faraone e Maxi Lopez significa dimostrare di esserci, di non esser ancora affatto convinti che lo scudetto abbia preso la direzione di Torino, di saper buttare il cuore oltre l’ostacolo anche quando tutto sembra congiurare contro di te (il tiro di Totò di Natale, senza la deviazione dello sfortunato Thiago Silva, sarebbe andato fuorissimo, sia chiaro).

Quella di oggi è la sconfitta del catenaccio più preistorico e scontato della storia calcistica: gioco coperto, perdo tempo ogni volta che posso, lascio che siano gli altri a fare la partita e spero mi vada bene facendo pedalare i miei uomini migliori in contropiede. Sapete una cosa? Ci voleva proprio questa clamorosa sconfessione di questo calcio così utilitaristico! Perchè se tutti ragionassimo come Guidolin e i suoi seguaci il calcio italiano diventerebbe uno sbadiglio unico. Perchè è giusto che questo tipo di squadra, almeno una volta, finisca vittima dei suoi stessi trucchetti. Volete scommetterci che ora staranno rimpiangendo in modo disperato tutto il tempo che hanno perso durante la partita tra falli e rimesse laterali al rallentatore?

Pensare che i nostri problemi siano finiti qui sarebbe l’errore più grave che potremmo commettere: tanti giocatori ancora sottotono, evidente difficoltà nel far girare palla a centrocampo senza il fondamentale Van Bommel, troppi passaggi e tocchi inutili, palla inattive gestite in un modo che lascia alquanto perplessi. Eppure… eppure qualcosa è cambiato, eccome se è cambiato: c’è l’entusiasmo quasi commovente di quel Maxi Lopez che, entrato al minuto 66 della ripresa, ha spaccato la partita segnando il goal del pareggio e servendo l’assist per il sorpasso targato El Shaarawy. C’è un Ambrosini stratosferico, capace di caricarsi sulle spalle tutto il peso e le responsabilità di una squadra in difficoltà come solo un grande uomo di spogliatoio sa fare.

Certo, ci sono stati anche i Seedorf e gli Emanuelson, ma cosa volete farci? Vincere 1-2 a Udine con due attaccanti così può bastare comunque per ora, no?

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