Ancelotti: “Pato non verrà più a Parigi. Pippo? Farà un grande addio”

L’amore per il Milan è sempre forte. L’affetto per alcuni rossoneri altrettanto. Il ritorno in Italia, per ora, non è proprio un obiettivo. Anzi, Carlo Ancelotti, intervistato dal mensile “Max”, afferma chiaramente che il presente e il futuro è al PSG, “almeno per due anni e mezzo, sto bene qua”.

La conversazione con Giancarlo Dotto è ricca di spunti sul Milan di Allegri. Già, perchè molti giocatori sono quelli che hanno costruito i successi della sua era. E lui e Leonardo hanno provato a portarli in Francia. Un nome su tutti: Alexandre Pato. “Ci abbiamo provato – spiega Ancelotti – cercavamo un attaccante forte. Lui è uno dei grandi in circolazione”. Ma c’è anche del pepe: Non ha fatto miglioramenti, ma il grande talento è rimasto. Non è maturato caratterialmente, i tanti infortuni lo hanno frenato. Nel calcio di oggi, il talento da solo non basta”. Eppure il PSG aveva messo sul piatto 40 milioni di euro, cifra smentita dal tecnico, ma non ci riproverà a giugno: “Non credo verrà più”, chiosa Carletto.

Altro giocatore, altro amore, altra ferita aperta: Pippo Inzaghi, rimasto al Milan per il legame con l’ambiente e i tifosi. Ancelotti rivela una telefonata nei giorni in cui tutti davano per conclusa l’avventura rossonera di Superpippo: “Gli ho detto: ma dove vai, resta al Milan fino in fondo. Devi finire in rossonero, tu hai fatto la storia del Milan. Farai un addio in grande stile e io quel giorno ci sarò”. Ulteriore conferma della stima professionale e umana: “Ancora oggi è il più forte di tutti. E poi mi ha fatto vincere tante cose. E’ come un fratello”.

Qualche spunto arriva anche sul rapporto con Silvio Berlusconi, che pretendeva da Ancelotti le due punte (“L’ho convinto che Kakà era una punta”) e su Leonardo, l’ex finito anche solo per sei mesi sulla panchina dei cugini-rivali (“Ha pagato per essere andato all’Inter. Qui ha trovato il suo ruolo, voleva fare il dirigente. E’ un uomo determinato, molto capace”). Infine, qualche confessione sulla nuova vita all’estero, prima a Londra, oggi a Parigi: “Vado spesso al cinema, ma mi mancano il cotechino e i tortelli di casa mia”. E la linea? “Al Chelsea ero sui 101, adesso sono fermo a 90. Mi controllo. Qui hanno il pane e i dolci buonissimi, spero di farcela”.

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