Milan e Barça nel destino di 15 campioni

Milano e Barcellona sono lontane 978 chilometri. Una distanza che per molti professionisti del nostro calcio non è si è rivelata poi così difficile da affrontare. Sono ben 14, infatti, i giocatori che negli ultimi quindici anni hanno vestito sia la maglia rossonera sia quella blaugrana. Per nove di questi si è trattato di un passaggio diretto (5 da Milano verso la Spagna, 4 nel percorso contrario), mentre per altri quattro le due squadre si sono inserite in momenti ben distinti della carriera. Senza dimenticare un campione come Frank Rijkaard, protagonista da giocatore al Milan e da tecnico al Barcellona. Andiamo in ordine cronologico. 

I primi “affari” portano i nomi di Michael Reiziger e Cristophe Dugarry, che dopo l’opaca e unica stagione al Milan, quella di Tabarez-Sacchi 1996-97, vengono ceduti al club catalano. Per l’olandese, in particolare, il passaggio diventa fondamentale, diventando punto fermo del tecnico Van Gaal e collezionando al Barca 173 presenze in 7 stagioni. L’attaccante francese, invece, si ferma a Barcellona solo una stagione, con appena 7 presenze. Nell’estate 1998 è il turno di Winston Bogarde e Patrick Kluivert: il primo, sceso in campo con la maglia del Milan solo 3 volte, si ferma a Barcellona due stagioni (40 presenze), il secondo diventa punto fermo dell’attacco per sei anni (182 presenze con 90 reti), rivelandosi ben diverso dal giocatore anonimo visto in Italia (27 volte in campo col Milan con appena 6 gol). Nel 2001 è il turno di Francesco Coco, prestato dal club di via Turati per mezza stagione ai catalani, dove riesce a mettersi in mostra in 23 occasioni. Poi nel 2002 è il momento di un big, il brasiliano Rivaldo, già Pallone d’Oro, reduce da cinque stagioni in Spagna (157 presenze e 86 reti). Al Milan resta poco più di un anno con risultati distanti dalle glorie catalane (22 presenze e 5 gol). Nonostante un contratto triennale per 4 milioni di euro netti all’anno e l’accoglienza da campione, la stagione di Rivaldo è deludente. Arrivano Champions League e Coppa Italia, ma l’approdo di Kakà nella stagione successiva gli chiude le porte. Il 26 novembre 2003 si congeda da San Siro in smoking, prima della gara contro il Lecce. Pochi giorni dopo decide tornare in Brasile per giocare con il Cruzeiro.

Arriviamo al 2008 con Gianluca Zambrotta al Milan per la cifra di 9 milioni di euro. Il terzino Campione del Mondo sceglie di tornare in Italia dopo due stagioni in Spagna, durante le quali colleziona 58 presenze e 3 reti. Zambrotta arriva a Milanello nella stessa estate di Ronaldinho, il vero colpo di Silvio Berlusconi appena tornato a Palazzo Chigi da premier. Il “Gaucho” non ripete gli standard delle cinque stagioni al Barca (145 presenze e 70 reti), ma per quasi tre anni in rossonero mette a segno una sfilza di assist e 20 reti in 76 presenze ufficiali.

Il vero colpo sull’asse Barcellona-Milan è senz’altro Zlatan Ibrahimovic nell’agosto 2010. In dissidio con il tecnico catalano Pep Guardiola, lo svedese accetta la proposta dei rossoneri e svolta la sua già brillante carriera: 52 presenze e 36 gol finora, in meno di due stagioni, bottino distantissimo dal pur ragguardevole ruolino catalano dove Ibra in una stagione scende in campo 29 volte e mette a segno 16 centri. La sua media-gol, però, non è mai stata così elevata come col Milan.

C’è pure il caso di Maxi Lopez, transitato da Barcellona nella stagione 2005/06, alla prima esperienza europea: 14 presenze, nessun gol prima di passare al Maiorca. Ora, dopo Russia, Brasile e Sicilia, l’argentino è una freccia in più nell’arco di Max Allegri, già autore di 2 reti in 7 apparizioni.

Rimangono anche i casi di giocatori transitati per Barcellona e Milan in momenti diversi della propria carriera: da Ronaldo a Demetrio Albertini, da Mark Van Bommel a Edgard Davids. Anche qui potremmo dire che la partita si conclude in parità. Si, perché sono innegabili il grande passato catalano per Ronaldo e i buoni mesi in Spagna di Edgar Davids, se confrontati con le sfortune del “Fenomeno” in rossonero e l’opaca “mela mercia” (per dirla con Costacurta) vista al Milan nel 1996. E’ altrettanto vero che Mark Van Bommel sta lasciando più il segno a Milano che a Barcellona. Per non parlare dell’immenso Albertini: una vita nel Milan con 295 presenze e 21 reti, neppure da confrontare con le 5 comparsate al Camp Nou a fine carriera, nel 2005.

Non dimentichiamo, infine, Frank Rijkaard: 5 stagioni da giocatore con bottino pieno di trofei tra 1988 e 1993 al Milan (142 presenze e 16 reti), altre 5 da allenatore sulla panchina del Barca tra 2003 e 2008 con tanto di Champions League vinta a Parigi nel 2006 contro l’Arsenal. Una vittoria particolare per l’olandese divenuto uno dei pochi professionisti ad aver vinto il trofeo continentale sia da giocatore (col Milan due volte) sia da allenatore (una votla col Barcellona). Solo Miguel Munoz, Giovanni Trapattoni, Johan Cruijff, Carlo Ancelotti e Pep Guardiola possono vantare un simile record.

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