Dolcetti, il riscatto di chi non doveva passare l’estate

Arrivare dopo Giovanni Stroppa, scontrarsi con una realtà in continua ascesa, subire l’ultimo smacco da Andrea Stramaccioni prima del passaggio in prima squadra e vivere con la perenne sensazione di una spada di Damocle puntata sopra la testa. Non si può certo considerare semplice la prima stagione sulla panca rossonera Primavera di Aldo Dolcetti: partita con la concezione di annata di transizione in un settore giovanile in continuo sviluppo, il “dolce” campionato ha invece raccontato di un gruppo coeso come pochi, capace di convincere anche i più scettici e in grado di poter esporre punte di diamante del calibro di Comi, Ganz, Carmona, Ely e Hottor, giusto per citarne alcuni.

E dire che il pensiero più diffuso tra gli “addetti ai lavori” dopo il derby di campionato perso 2-0 al “Vismara” di pochi mesi fa era tutt’altro che roseo: “Non passa l’estate“, dicevano. Constatazione pur legittima, ma anche molto superficiale se non si studia da vicino il “pensiero” Dolcetti. Un pensiero che ha radici tanto lontane quanto moderne, se si pensa, ad esempio, all’uso che il coach rossonero fa del social network Twitter: pillole di tattica, condite da moduli da sperimentare e completata da fotografie che fanno vivere da vicino ai followers il giovane mondo rossonero in tutte le sue forme.

Aldo Dolcetti ha dimostrato di non avere mai paura di misurarsi con l’ambiente più titolato al mondo, ma nemmeno di misurarsi con i propri giocatori (nemmeno con le “prime donne”) e con i propri colleghi: basti pensare alla chiacchierata proprio con Spaziomilan.it, dove il mister ammise candidamente il suo pensiero a proposito della scelta dell’Inter di sostituire Claudio Ranieri col neofita Andrea Stramaccioni. Il tutto senza il benché minimo pensiero di volersi creare un personaggio, il tutto senza tralasciare il bene di un gruppo che ha raccolto la bellezza di 53 punti nel girone e ha salutato le Final Eight al 122′ delle semifinali dopo una gara di alto livello.

Che dire, Mister, non ci resta che lasciarci con un più che meritato “arrivederci” alla prossima stagione. Alla faccia di chi sappiamo noi.

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