Troppa Spagna per l’Italia, Roja campione d’Europa. Male Abate, Cassano e Monto lampadine spente

Poteva essere la partita della vita per molti, sarebbe dovuta esserlo. E invece la finale del campionato europeo di Polonia e Ucraina si è trasformata per l’Italia in una bruttissima serata europea. Gambe molli, senza condizione probabilmente per il troppo sforzo mentale e fisico di soli tre giorni fa: la Spagna ci abbatte con un sonoro 4-0 di dimensione enormi. Non solo per il risultato, ma per il gioco e l’intensità. Di Silva e Mata il primo e ultimo gol, nel mezzo ci sono Jordi Alba e Torres. Ma ancora più dentro al match, c’è l’incapacità di reagire degli Azzurri al predominio rosso. Rossoneri così così: Abate in balìa di Iniesta; Cassano e Montolivo mal supportati. Ma la testa deve rimanere alta.

Neanche il tempo di fischiare l’inizio del match che si intende subito l’andamento del match: Fabregas e Silva sul pallone in mezzo al cerchio di centrocampo, con due compagni per lato pronti a scattare in avanti. Gli Azzurri invece, hanno Cassano e Balotelli nel vertice del cerchio, mentre tutti gli altri pensano già a coprire la propria zona di campo. Ma difendersi troppo bassi con la Spagna è come suicidarsi, e Prandelli lo capisce subito: SuperMario e FantAntonio fermi lì davanti, come due boe, ad aspettare palloni che non arrivano. Dietro, Chiellini soffre tremendamente Fabregas che va il doppio. E’ infatti da un’accelerazione del catalano che parte il gol del vantaggio delle Furie Rosse: palla in profondità per Fabregas che brucia Chiellini, palla in mezzo per Silva che di testa infila Buffon. E’ solo l’inizio di una lunga serata di difficoltà.

Il primo ad alzare bandiera bianca è Chiellini, che per evitare altri danni lascia il campo a Balzaretti sulla sinistra. Intanto la Spagna continua nel suo infinito tiki-taka, che non lascia respirare la manovra azzurra e ingabbia Pirlo nella morsa Fabregas-Iniesta-Silva, che a turno si occupano del regista italiano. E intanto la Spagna raddoppia: palla in profondità di Xavi per Jordi Alba, che viene dimenticato dalla difesa azzurra e gela Buffon: 2-0 e partita quasi andata. Marchisio è completamente fuori dal gioco; De Rossi martella meno del solito, forse impaurito da un taglio sulla gamba che si procura a seguito di una scivolata. Sta di fatto che l’unico che abbia le idee nel piedi sia ancora una volta Montolivo, che dopo la buona prestazione con la Germania deve riconfermarsi. E in parte ci riesce, anche se ogni genialata non trova fine. Cassano prova a venire a prendersi i palloni in mezzo al campo per lanciare subito Balotelli stile gol del raddoppio con i tedeschi, ma stavolta la tattica non funziona. Il fantasista rossonero però è l’unico a tirare in porta nel primo tempo, che si chiude con la Spagna padrona del campo.

Nella ripresa Prandelli spiazza subito tutti: dentro Di Natale per l’affaticato Cassano, apparso però l’unico forse in grado di poter riaprire un match in salita. Ed è proprio nei piedi del capitano dell’Udinese che capita la palla buona per poter riaprire la partita: invenzione di Montolivo che smarca Di Natale davanti a Casillas, che però è reattivo sulla conclusione mancina dell’azzurro e sigilla il risultato. E’ il segno del ko dell’Italia, che non riesce a concretizzare quelle poche palle buone che la Spagna gli concede. Prandelli ci mette anche del suo quando decide di cambiare Montolivo (e non lo spentissimo Marchisio) con Thiago Motta, che entra in campo e dopo soli 5′ è costretto al forfait per un risentimento: Italia in 10 per gli ultimi 30′. Adesso il campo solo Balotelli prova a sgomitare e a combattere ancora, ma nel finale, come l’Italia, anche lui si spegne come una candela senza cera. E la Spagna dilaga: prima Torres porta le Furie Rosse sul 3-0, infine il neo entrato Mata fissa il risultato sul definitivo 4-0. Fischio finale e tutti a casa.

E’ andata come (forse) tutti ci aspettavamo, e cioè con la vittoria della Spagna. Troppo facile però la vita resagli da una Nazionale parsa scarica di energie fisiche e mentali, probabilmente non ancora pronta per una competizione come questa. Per i rossoneri, Abate è autore di una prova anonima, ancora memore delle gesta di Iniesta & Co. nel Barcellona; Cassano e Montolivo abulici, non trovano assistenza e si perdono in se stessi. Ma tutto questo non cancella quanto fatto di buono dall’Italia: se ci avessero detto venti giorni fa di arrivare a giocarci la finale di Kiev con la Spagna, tutti avremmo firmato. E da qui bisogna ripartire.

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