Fiore: squadra di valore. Non ci resta che chiuderci…

La Fiorentina, rivelazione della stagione, sa mettere in crisi qualsiasi avversario. Il fatto che manchi la punta di diamante, Stevan Jovetic, non significa che gli uomini di Montella vengano a San Siro con timore e senza convinzione e punti di riferimento. Tutt’altro. La viola è una compagine di qualità. Trattasi di un miscuglio in grado di garantire esperienza, senso del gioco, aggressività, entusiasmo, dinamismo, abilità con la palla tra i piedi ed estro. In mezzo al campo, anche se senza simultaneità, elementi del calibro di Borja Valero, Aquilani e Pizarro assicurano giocate illuminanti, azioni di rottura, inserimenti, abilità nel comprendere lo sviluppo delle azioni e nel mantenere inalterati gli equilibri.

Sulle fasce figurano corridori come Cuadrado e Pasqual, con variante Romulo, capaci di spingere e ripiegare con continuità, saltare l’uomo ed effettuare traversoni con precisione. Ecco allora che Ljajic potrà sfruttare i palloni a disposizione per esprimere al meglio il proprio gioco e mettere in luce le proprie qualità tecnico-dinamiche, alternando azioni personali ad assist per il proprio partner. Se quest’ultimo fosse Luca Toni, preferito all’opportunista El Hamadaoui, i nostri centrali dovrebbero fronteggiare un centravanti capace di fare salire la squadra e imporsi per potenza.

Filosofia di gioco: Montella schiererà la Fiorentina con un 3-5-2 che porrà l’accento sul dinamismo e sul rispetto degli equilibri. I gigliati rimarranno corti, attaccheranno, ma con criterio e senza sbilanciarsi. Proporranno un calcio basato sulla fluidità e sulla rapidità: la metteranno sull’intensità e sull’agonismo. Per proteggere la retroguardia, faranno densità sulla linea mediana. I centrocampisti correranno alla follia, specie sulle fasce, dove i laterali effettueranno  coast to coast e proporranno traversoni.

Il senso del gioco di cui dispongono i mediani farà in modo che la Fiorentina si allunghi il meno possibile, ma proponga azioni con regolarità e varietà: assisteremo a incursioni nell’area del Milan, conclusioni dalla distanza e trame mirate allo sfruttamento delle caratteristiche del centravanti e della seconda punta. A un gioco palla terra, simile al tiki taka, verrà alternato uno stile caratterizzato dall’immediatezza e dall’imprevedibilità. Assicurato.

Lacune: capita che la Fiorentina esageri nello specchiarsi con la sfera tra i piedi e che, di conseguenza, la manovra subisca rallentamenti. Sulla destra, giocando Cuadrado, manca la fisicità e la capacità di agire con cognizione di causa per l’intero arco di gara, dal momento che il colombiano agisce a corrente alternata.

E i difensori, pur distinguendosi per grinta, forza, senso della posizione e abilità nell’impostazione e nel dominio del gioco aereo, incappano a volte in amnesie e perdite di concentrazione. Trattasi di peccati di gioventù, che possono però tramutarsi in palle gol per gli avversari. Da segnalare è il fatto che, avendo speso energie per tutta la partita, i nostri avversari possano abbassare il ritmo e commettere errori in occasione delle battute finali della contesa.

Come batterli: affidarsi al 4-2-3-1 costituisce un rischio. Per via dell’inconsistenza di Emanuelson, dovremo rinunciare a una punta e inserire un incontrista in più, tornando al centrocampo a tre, al fine di presentare solidità e compattezza. Vista la situazione, il Milan non potrà permettersi di fare la partita, ma sarà chiamato a chiudersi nella propria trequarti per poi ripartire con determinazione e rapidità. In merito, sarà d’obbligo sfruttare le doti di El Shaarawy. Sta di fatto che i centrocampisti avranno il compito di rimanere bloccati, per non sbilanciare la squadra, sterilizzare il possesso palla della Fiorentina, vincere contrasti e sostenere la difesa. Bisognerà, in ogni caso, attendere con pazienza gli avversari ed evitare di concedere varchi. Solo così facendo, creandosi con il tempo spazi per azioni di rimessa, potremo vincere.

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