Juve: macchina da guerra, Bonucci punto debole

La Juventus, in testa alla classifica, è una delle squadre più forti d’Europa. Dispone delle carte in regola per annientarci. Trattasi di un dato di fatto. Gli uomini di Conte fanno della fisicità, della compattezza e del furore le proprie armi migliori. Spingono alla follia per tutto l’incontro, specie in occasione delle partite di cartello, la mettono sull’aggressività e sulle motivazioni. Punto di forza dei bianconeri è il centrocampo, di livello mondiale. Se Marchisio si distingue per dinamismo, tecnica di base, abilità nell’interdizione, nella comprensione dello sviluppo del gioco e nell’inserimento, Vidal eccelle in potenza, atleticità, animus pugnandi e capacità di spadroneggiare nei contrasti. I due abbinano qualità e quantità. Ecco allora che Andrea Pirlo, pur presentando limiti inerenti la mobilità e la fase di recupero, può esprimersi al meglio: protetto da Marchisio e Vidal, il regista di Brescia è nelle condizioni di mettere in mostra i propri piedi raffinati. Sta di fatto che la Alessio, in mezzo al campo, può in ogni momento giocarsi anche la carta Pogba. A dispetto dell’età, il ragazzo gioca da veterano: sa avere la meglio nei contrasti, mettendo in circolo la fisicità di cui dispone, e proporre con successo. Non ha nulla da invidiare ai suoi compagni di reparto. Anche sulle fasce la Juve riesce a imporsi. Asamoah domina la mancina: spinge con continuità, senza disdegnare la fase di contenimento, ed effettua incursioni da paura. Sulla destra, Lichtsteiner e Isla garantiscono fluidità, cross e grinta. In difesa figura un elemento del calibro di Barzagli, in grado di disimpegnarsi con la sfera tra i piedi, oltre ad assicurare prestanza, protezione e solidità. In attacco, spazio all’estro di Vucinic e Quagliarella, capaci di inventare occasioni da un momento all’altro e di mettersi a disposizione della squadra.

Filosofia di gioco: gli uomini di Conte, sostituito in panchina da Alessio, si schierano con un 3-5-2 che fornisce compattezza e saldezza. Si batteranno con tenacia dall’inizio alla fine, cercando di imporre il proprio gioco, di schiacciarci nella nostra trequarti e di impedirci di attaccare. Rimarranno corti, grazie alla collaborazione tra la difesa e il centrocampo. Faranno la partita. Non smetteranno un secondo di correre, dal centrocampo all’attacco, tutti gli effettivi alterneranno con puntualità la fase difensiva a quella d’offesa. In merito, i due attaccanti proveranno a non darci punti di riferimento e a scardinare la nostra difesa cercando di premiare gli inserimenti degli interni di centrocampo, supportati dai tornanti. Il tutto, ripetiamolo, senza sbilanciare di norma la squadra. I reparti saranno ben coesi tra loro.

Lacune: la retroguardia dovrà fare a meno di Chiellini. Caceres è in grado di rimpiazzarlo con dignità, dal momento che si è sempre messo in luce per duttilità. Ma la difesa, di certo, perderà un peso e fisicità. In ogni caso, in relazione al pacchetto arretrato, il punto debole è Bonucci: forte fisicamente, palesa ingenuità dal punto di vista tecnico e tattico, non è nuovo ad amnesie e non si trova a proprio agio se chiamato a impostare. Da segnalare è il fatto che la Juve non disponga di un finalizzatore. E’ per questo che, in determinate situazioni, non riesce a concretizzare le occasioni create. Ciò non significa che incontri problemi nell’andare in rete. Ma possiamo affermare che, in relazione alla mole di gioco costruita, segna meno di quanto possa.

Come batterli: il Milan, non sapendo fare la partita, sarà chiamato a giocare da provinciale. Allegri avrà l’obbligo di riproporre il centrocampo visto al San Paolo e in Belgio. Non gli venga in mente di gettare nella mischia Emanuelson. Servirà la partita perfetta. Chiuderci, prima di tutto, per poi ripartire. E’ un ordine. Dovremo aspettare bassi i nostri avversari, per proteggere la difesa, bisognerà evitare di concedere varchi. Ogni spazio lasciato costituirà un rischio. Gli incontristi e i terzini dovranno dedicarsi, in prevalenza, alla fase di contenimento. Anche le punte avranno il compito di ripiegare e avviare la manovra di ripartenza da lontano, al fine di godere di un raggio d’azione più ampio. Così facendo, le doti di El Shaarawy e Bojan verranno messe in risalto. Operando noi con continuità la fase di ripiegamento, la Juve correrà il rischio di vedere sterilizzato il proprio gioco e alzarsi, concedendo nel finale qualche azione di rimessa. Ma servirà un’elevata dose di pazienza e prudenza, abbinata allo spirito di sacrificio e alla determinazione.

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