Pato, un black out senza fine

M. Marceddu – Eurosport

Avevo capito, o almeno questa era la spiegazione che andava per la maggiore, che il rendimento ancora non del tutto soddisfacente di Pato fosse dato non tanto da qualche suo limite o da un suo approccio sbagliato, bensì dalla presenza di Zlatan Ibrahimovic. Sì, nei due anni durante i quali lo svedese ha vestito la maglia del Milan è stata questa la “giustificazione” ufficiale per un apporto non sufficiente o comunque non in linea con le attese e con l’entità dell’investimento del Diavolo sul brasiliano.

Eppure, fatta eccezione per l’anno dello scudetto (quando il Papero segnò 14 reti così come Ibra e Binho), questa versione dei fatti non può apparire per nulla convincente, perché senza l’ex numero undici Pato ha fatto senza dubbio peggio. Sì, verissimo, il brasiliano è stato a lungo alle prese con problemi di carattere fisico che ne hanno ostacolato l’ascesa tra i migliori giocatori al mondo, ma le occasioni di rinascita sprecate cominciano a essere troppe.

Durante una partita più che la condizione fisica precaria e un condizionamento da parte dei compagni di reparto, il vero problema di Pato sembra essere quello degli stimoli, in alcuni momenti apparentemente assenti nella sua testa. Dov’è la voglia di rivalsa di un ragazzo poco più che ventenne che può vantare di vestire la maglia di un club blasonato come quello rossonero? In che modo sta dimostrando che le sue qualità atletiche e in particolar modo tecnico-tattiche siano in qualche modo di alto livello? E, infine, con quale atteggiamento sta giustificando la decisione della società di non cederlo al PSG poco meno di un anno fa?

Pato gode del suo far parte del novero di giocatori considerati “top player”, ma se vorrà veramente meritarsi di far parte del gruppo dovrà ripartire da zero, dall’umiltà e dall’incertezza che potrebbero aiutarlo a tornare grande, anche non per forza affiancato da campioni come Ronaldo, Kakà, Inzaghi e Ibrahimovic. Al Papero servono coraggio e spirito di sacrificio, altrimenti per lui potrebbero chiudersi le porte del Diavolo, che si apriranno però verso giovani che più di lui vogliano sudarsi questa maglia.

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