Zenit: l’attacco c’è, la continuità no

Lo Zenit, fuori dai giochi in merito al passaggio del turno di Champions League e a corto di continuità di risultati nel proprio campionato, continua a disattendere le aspettative. L’ambiente, di conseguenza, è una polveriera. E sì che i presupposti per imporsi nell’Europa che conta, visti i botti di fine mercato, c’erano. Eccome se c’erano. In attacco, la compagine di San Pietroburgo può fare affidamento su Hulk, che si distingue per potenza, abilità nel fare salire la squadra e trovare la rete. In mezzo al campo, figurano stacanovisti come Zyryanov, Denisov e Shirokov. La punta di diamante del centrocampo è però Alex Witsel, in grado di garantire dinamismo, inserimenti e aggressività e in possesso di personalità e qualità balistiche. Tra i difensori, spicca Bruno Alves, che annovera nel proprio repertorio la fisicità, il senso del gioco e capacità di impostazione della manovra. Sta di fatto che i russi si trovano ora a lottare per un posto in Europa League, mentre il Milan può festeggiare l’approdo agli Ottavi di Finale, seppur da secondo classificato.

Filosofia di gioco: gli uomini di Spalletti si schereranno con un 4-3-3 smontabile in un 4-5-1 o in un 4-2-3-1, in base alle circostanze. La metteranno sull’intensità, sulla determinazione e sulle motivazioni. Ci tengono a raggiungere il terzo posto, valido per accedere alla vecchia Coppa Uefa. Focalizzeranno il proprio gioco sulle fasce, dove assisteremo a sovrapposizioni e azioni congiunte tra l’esterno di difesa e l’ala, che alterneranno cross per Hulk a giocate personali. Le azioni provenienti dalle corsie laterali verranno supportate con costanza dagli inserimenti degli interni di centrocampo. In mezzo al terreno di gioco, lo Zenit farà densità, anche gli attaccanti laterali ripiegheranno. Ma di tendenza, i nostri avversari tenderanno a giocarsela, proponendo un calcio votato all’offesa. Assicurato.

Lacune: alla maggior parte degli effettivi allenati da Spalletti, manca il senso tattico. Ecco allora che con il trascorrere del tempo, oltre ad abbassare il ritmo, si sbilanceranno. E ci concederanno spazi. Provare per credere. I difensori, eccezion fatta per Bruno Alves, peccano in senso della posizione e tecnica e incappano con frequenza in ingenuità. Tale situazione si verifica anche a centrocampo, reparto in cui lo Zenit dispone di corridori e incursori non inclini a costruire gioco e a comprenderne lo sviluppo. Nemmeno il portiere, Malafeef, costituisce una sicurezza. Capita che effettui uscite da brividi e palesi limiti nell’applicazione dei fondamentali.

Come affrontare la sfida: il Milan è già qualificato. Non deve sprecare energie in incontri privi di valore, meglio concentrarsi sulla gara di domenica pomeriggio, contro il Torino. Stasera, senza applicare tatticismi di rilievo, bisognerà concedere spazio alle seconde linee e ai comprimari. In sostanza, si tratta di un incontro amichevole, nonché di un allenamento utile a testare la condizione di chi ha giocato con minore regolarità. Nella fattispecie, ci si augura scendano in campo Abbiati, Mesbah, Zapata, Acerbi, Ambrosini, Flamini, Emanuelson, Bojan, Pazzini e Boateng, squalificato in campionato. Da gettare nella mischia, al fine di fare esperienza, ci sono anche i green boys, CristantePetagna. Allegri, in ogni caso, potrà dare continuità al 4-3-3 proposto in occasione delle ultime partite. Il tutto per fare in modo che gli uomini impiegati contro lo Zenit possano mettere in pratica i dogmi del nuovo modulo: squadra corta e stretta; compattezza; attendere bassi l’avversario, per poi aggredire e ripartire con efficacia.

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