Lo strano caso di M’Baye Niang, novello Henry versione bianconera

A. Sironi - Caporedattore SpazioMilan.it
A. Sironi – Caporedattore SpazioMilan.it

In Francia lo chiamano “piccolo Henry” perché proprio come l’ex Arsenal dei tempi migliori ha gamba, fisico e un gran fiuto per il gol. Con queste caratteristiche (e una carta d’identità molto young) M’Baye Niang si è presentato al Milan. Non inganni quindi la testa alla Balotelli o l’acconciatura alla El Shaarawy, il neo 18enne per caratteristiche tecniche assomiglia al connazionale, tanto che proprio come successe a Titì c’è il rischio che si crei confusione sul suo ruolo naturale.

Correva l’anno 1999 e il giovane Henry lasciava il Monaco per passare in una Juventus orfana di Alex Del Piero infortunato. Saranno stati gli 11 milioni di euro spesi, ma le aspettative su di lui erano davvero molte e indubbiamente non furono mantenute. Colpa del salto in un top team troppo pretso? Macché, a farla da padrone, fu invece l’errore, prima commesso da Lippi, poi da Ancelotti, di utilizzare il francese come attaccante esterno o addirittura da laterale di centrocampo. Le sue doti atletiche sembravano essere sprecate al centro e così i bianconeri persero l’occasione di veder nascere una stella.

“L’erede” oggi ha lo stesso problema. Nella prima da titolare con la Samp, Allegri lo ha posizionato sulla fascia chiedendo corsa, sacrificio e cross in mezzo. In definitiva non è andata male, il più brillante del tridente con El Shaarawy e Bojan è stato senza ombra di dubbio proprio il giovane transalpino, ma la sensazione è che in quel ruolo resti limitato.

E allora Allegri, non commettere lo stesso sbaglio che per diversi anni non ha fatto dormire sonni tranquilli a Moggi & c., la prima punta che sogni potresti averla già in casa.

Twitter: @arisiro92

 

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