C’erano un inglese, uno spagnolo e tanti francesi: cronache di una settimana cruciale per il futuro rossonero. Ricordando che…

Il direttore di SM, Christian Pradelli, con il presidente Berlusconi
Il direttore di SM, Christian Pradelli, con il presidente Berlusconi

C’era El Shaarawy e c’era Prandelli: mancava solo lui, Mario Balotelli. Oltre alla casuale rima, c’è di più: il Milan è riuscito a ritagliarsi un angolo durante la serata del Galà del Calcio AIC dominata dalla Juve, nonostante l’assenza di Adriano Galliani e di due giocatori premiati, quel Thiago Silva e, soprattutto, quell’Ibrahimovic che oggi, proprio oggi, potrebbe essere rimpiazzato da colui che più di tutti lo svedesone avrebbe voluto ritrovare in maglia rossonera dopo la parentesi sull’altra sponda del Naviglio. L’incontro decisivo del prode Mino Raiola al cospetto del Manchester City prevede l’ormai acclarata proposta da venti milioni pagabili in comode rate da sei anni. Venti che, diciamocelo, se diventeranno 22-23, alla fine, troveranno comunque la buona pace di via Turati, pronta ad abbracciare il vero oggetto del desiderio (desiderio corrisposto) degli ultimi cinque anni.

La gara di Bergamo, intanto, ha dato buoni segnali da diversi punti di vista: questo gruppo è in grado di soffrire, può anche scoprirsi cinico all’occorrenza e, soprattutto, può contare su un insperato valore aggiunto a centrocampo. Non più lo scintillante Nocerino, peraltro premiato ieri sera nella top 11 del 2012 e che, stuzzicato, ha rilasciato dichiarazioni sibilline sul suo futuro (le voci di uno scambio con Dzemaili l’avrebbero fatto particolarmente irritare), bensì il più bistrattato della nuova colonia franco-rossonera: Mathieu Flamini. Dal pesante decurtamento dell’ingaggio, non avevamo più avuto sue notizie finché la necessità, la morìa in mediana ha praticamente costretto Allegri a riaffidarsi ad uno dei migliori interpreti del centrocampo “dei tre mediani” targato 2011, targato scudetto.

E se il paese della Gioconda è il vero protagonista della vittoria di ieri (con Mexes e Niang sugli scudi, a cui vanno aggiunti Constant e Traoré), la Spagna non se la passa altrettanto bene: ancora in panchina, con un ulteriore arrivo in attacco che incombe, Bojan Krkic vede la possibilità di un futuro in rossonero sempre più lontana. Ed ecco ripetersi, pur a cifre diverse, la situazione Maxi Lopez: l’anno scorso il riscatto era fissato ad 8.5 milioni, quest’anno a 14 con Galliani che, come aveva dichiarato a Milan Channel dopo il 5-1 con il Chievo, ne aveva acquistato il diritto di riscatto direttamente dal Barcellona e a una cifra più bassa rispetto a quella pattuita dalla Roma. Discorsi complessi, sempre molto relativi, ma che lasciano trasparire una grande verità: non sempre la gioventù e la freschezza fanno il bene di una squadra. E non è nemmeno detto che dalla crisalide esca sempre la farfalla: alcuni giocatori, ahi loro, sono e resteranno sempre… Acerbi.

Twitter: @Chrisbad87

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