Dov’è finito chi massacrava Allegri? Nessun rimpianto per Pato, aspettando sempre Balotelli…

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Buon 2013 a tutti, anzi quasi tutti i cuori rossoneri. Dico “quasi” perchè alla fine di questo girone d’andata ci troviamo a soli 5 punti dalla zona Champions e dalla tanto celebrata Inter della coppia Strama-Cassano. Siamo agli ottavi di finale di Champions e la nostra dirigenza si sta preparando a fare un mercato da 2-3 colpi che concorreranno a costruire il Milan del futuro. Uno di questi è Balotelli, l’unico giocatore “costoso” che negli ultimi anni arriva in Italia, invece che andarsene. Nelle ultime otto partite abbiamo fatto più punti di tutti e abbiamo finalmente una squadra “giovane”, che quindi ha futuro e margini di miglioramento, a differenza di altre “grandi” italiane ed europee. Infine abbiamo in casa il capocannoniere del campionato in corso.

Tutto questo alla faccia di chi, solo fino a due mesi fa, contestava duramente l’operato di Allegri, della società e del presidente. In tanti, troppi, invocavano a gran voce la cessione della società rossonera, dimenticandosi tutto quello che questa proprietà ha fatto per i nostri colori. Io invitavo alla pazienza, ricordavo che già altre volte in questi ormai 27 anni c’erano state annate di “ricambio generazionale” e che poi il Milan è sempre tornato grande e vincente. Dicevo che gente come Gattuso e Shevchenko è arrivata nel ‘99 e ha iniziato a vincere quattro anni dopo, dicevo che serve tempo e pazienza per costruire le squadre destinate a vincere nel tempo, non solo per una stagione. Dicevo che la nostra storia ci insegna che dobbiamo fidarci di questa dirigenza. Eppure tra i tifosi tanti, troppi sono insorti, hanno gettato fango su questo progetto di radicale rinnovamento e abbattimento dei costi e su chi lo sta portando avanti. Stadio deserto, fischi alle prime sconfitte e giudizi definitivi sui giocatori.

Ma soprattutto il “massacro” dell’allenatore. Si pretendeva che da una squadra tutta nuova, senza più fuoriclasse, molto giovane, lui facesse nascere subito uno squadrone. Allegri doveva capire come sfruttare al meglio in futuro il materiale a disposizione e in gran parte sta ancora svolgendo questo lavoro “preparatorio”. E invece lo hanno “esonerato” almeno dieci volte, la critica e i tifosi. Non si fa così. Il Milan non fa così. E infatti la dirigenza prima ancora della proprietà ha protetto Allegri, lo ha confermato laddove qualsiasi altra società lo avrebbe cacciato. E ancora una volta ha avuto ragione il Milan. Galliani non ha dato ai giocatori l’alibi dell’allenatore o degli arbitraggi ma li ha chiamati alle loro responsabilità. Come fanno i grandi manager. E alla fine si scopre che nelle prime otto giornate Allegri ha collezionato la miseria di otto punti e per questo è stato massacrato. Gli stessi otto punti che ha messo insieme nelle ultime otto partite l’enfant prodige nerazzurro con una squadra molto più forte, più esperta (per non dire vecchia) e che in estate è costata molto molto di più. Eppure “loro” a inizio stagione ci prendevano in giro definendoci “I ragazzi della terza B”, attenti perchè quei ragazzi cresceranno e andranno all’università mentre i vostri sono ormai prossimi alla pensione…

Mi spiace che ancora una volta pessimismo e diffidenza abbiano contagiato la nostra tifoseria, che è sempre stata “diversa”. Va beh guardiamo avanti e lasciamoci alle spalle il 2012 dei rimpianti, da Tevez a Muntari e a uno scudetto buttato via.

Il 2013 è cominciato alla grande con la “liberazione” da Pato. E’ stato miracoloso recuperare 15 milioni dalla cessione di uno che non giocava più e che per giunta si avvicinava pure alla scadenza contrattuale. Promessa di campione e campione di ingratitudine, in cinque anni ha fatto tanti gol, ma neanche un miglioramento. Il suo primo problema non erano i muscoli, ma il contratto da rinnovare a una cifra superiore ai 2,8 milioni di euro annui. Addio Papero, non ci sarà nessun rimpianto. Ce ne saranno invece per Robinho che alla fine tornerà al Santos entro il 15 aprile, ma che in campo ci mancherà molto. Lo abbiamo già capito contro il Siena. Ma il suo è un problema di “cuore” e di famiglia  e come tale va rispettato. Un’altra cessione-capolavoro sarebbe quella di Abate allo Zenit. Al di là della plusvalenza perdiamo uno che già quest’estate voleva andarsene a Parigi e che non vale nemmeno metà del giovanissimo De Sciglio. Non a caso prima di partire il grande Thiago disse a Galliani: “Date fiducia a Mattia…” Ricordate?

Chi invece non deve partire è Luca Antonini. Non perché sia un fuoriclasse, ma perchè è attaccato a questa maglia come pochi e la gente così negli anni ha fatto grande il Milan. Dopo le quattro sberle di Roma lui non ha giocato ed era nero di rabbia, c’era invece gente che era in campo e poi rideva serena e pensava al cenone di Natale.

Veniamo ora al mercato in entrata. In attacco aspettiamo Marione Balotelli. Raiola ha garantito a Galliani che ce lo porterà. Ci serve assolutamente un vice De Jong e un difensore centrale. Ma c’è tempo. In porta mi sembra opportuno lo scambio di prestiti con la Roma Amelia-Stekeleburg. Occhio, infine, alla sfida di mercoledì. L’anno scorso quella Coppa Italia ci è costata carissima e ci abbiamo rimesso Thiago Silva, quest’anno dobbiamo prenderci una bella rivincita. Guarda caso chi torna titolare dopo tanti mesi? Sulley!

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