La disfatta Pato-Tevez ha compiuto un anno. E adesso? Un Milan che merita di essere vissuto

D. Mariani – Vicedirettore SpazioMilan.it

Era il 12 gennaio 2012, un anno (e un giorno fa), quando il mercato del Milan trascorse una giornata ricca di colpi di scena e piena di emozioni. Quella di Pato, dal Milan al PSG, dal PSG al Milan. Quella di Tevez, dal Manchester City al Milan, dal Milan al Manchester City. Ore, minuti, secondi che anche noi di SpazioMilan vi avevamo raccontato passo dopo passo, ma faticando parecchio di fronte ai clamorosi avvenimenti di quella disfatta (a conti fatti è così) che oggi compie un anno (e un giorno).

Una cronaca cominciata fin dalle prime ore della mattina, con l’arrivo di Galliani in Inghilterra, precisamente a Soho, per definire e chiudere la trattativa per l’acquisto di Carlitos Tevez. Sembrava poter essere un viaggio “comodo”, con i rossoneri che superando l’offerta dell’Inter (anch’esso fortemente interessato) sarebbero riusciti a far cedere i Citizens. L’accordo tra il Milan e l’Apache era stato raggiunto da tempo insieme al suo procuratore Kia Joorabchian. Con Tevez (teoricamente) al Milan era chiaro il sacrificio che, di conseguenza, i rossoneri avrebbero dovuto compiere: quello di Pato. Un acquisto per una cessione, un attaccante per un attaccante. E successe proprio così.

L’agenzia France Press fu la prima a lanciare la “bomba” dell’accordo tra Milan e PSG per il Papero, parlando di “35 milioni di euro”, così suddivisi: 28 milioni cash + 7 di bonus e un contratto da 7 mln a stagione. Niente di ufficiale, ma tante conferme che stavano tracciando il disegno di mercato più probabile e scontato. Ma poi arrivò il Presidente. Silvio Berlusconi infatti decise di sua spontanea volontà e in prima persona, dopo un’attenta riflessione (forse anche famigliare), di interrompere il doppio affare (perché di affare si trattava). Un no soprattutto dovuto all’età dei due attaccanti: 22 contro 27 a favore di Pato. E, nonostante smentite anche recenti, il “fattore Barbara”, figlia del Presidente e fidanzata di Pato, incise parecchio. Un comunicato del Milan rese noto parole d’amore di Pato verso il Milan (“Il Milan è casa mia. Non volevo interrompere la mia carriera in rossonero dopo aver vinto i miei primi due trofei con questa maglia. Voglio contribuire a scrivere la storia del Milan e ai successi futuri di questa Società. Oggi per me è un giorno speciale. Ringrazio il Presidente Berlusconi, la Società e tifosi che hanno sempre creduto in me).

Boccone amaro per Leonardo, direttore sportivo del PSG, e relativo sollievo per Gilmar Veloz, agente di Pato, dopo il tramonto della vicenda. Bentornato Pato, addio Tevez, perché Galliani, prima di tornare da Manchester a mani vuote, ha spiegato la situazione ai vertici del City e quindi rinunciato all’argentino (“Avevamo impostato così le due trattative: Pato al PSG e Tevez da noi. Visto che Patinho ha deciso di rimanere, Tevez non arriverà. Va bene così, ora aspettiamo Cassano. Vuol dire che era destino…). Un 12 gennaio 2012 storico. Ma dopo un anno cos’è cambiato?

Non c’è più Pato e Tevez ha ricominciato ad essere protagonista del Manchester City. Ci ha rimesso soprattutto il Milan, che ha perso l’occasione unica per privarsi di Pato (e di tutti i suoi infortuni) per prendere Tevez, un giocatore pronto subito che sicuramente avrebbe portato tanto benefici, o almeno di più, di quelli che i rossoneri hanno “conquistato” sul campo, perdendo, da lì in avanti, punti, campionato e scudetto. Ma in questi mesi qualche fuoriclasse, vedi El Shaarawy, qualche sorpresa, vedi De Sciglio, qualche bel colpo, vedi Niang e Gabriel, e qualche investimento per il futuro, vedi Saponara, è stato fatto. A dimostrazione del fatto che se le cose vengono fatte con il cuore, e non solo con testa e denaro, questo Milan, un anno dopo, merita di essere vissuto.

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