Giovani, attenti alla fase difensiva, ma senza cattiveria in avanti

Bojan (spaziomilan)Il primo 0 – 0 stagionale in Campionato del Milan, che segue l’altro precedente stagionale in Champions contro l’Anderlecht di inizio stagione, è frutto di una buona prova collettiva della difesa, finalmente senza sbavature e che è riuscita nell’impresa di non prendere gol in una partita di Campionato appena per la quarta volta, ma anche di una certa sterilità in fase offensiva. Due, massimo tre tiri puliti nello specchio della porta e appena due chiare occasioni da rete in tutta la gara. Troppo poco per una squadra che non può più far calcoli, deve fare più punti possibili, cercando di vincere il maggior numero di partite da qui al termine della stagione.

Quale è stato il motivo della scialba prestazione in fase propositiva della squadra? Un approccio alla gara troppo timoroso e con poca cattiveria quando c’era da affondare? La mancanza di una punta vera davanti a disturbare la difesa avversaria? La prima vera prova deludente (che ci sta tutta ovviamente) di El Shaarawy? La poca incisività dell’inesperto trio offensivo? Tutti motivi validi, tutti elementi che messi insieme descrivono al meglio il match dal centrocampo in su della squadra di Allegri. Nel primo tempo la squadra ha cercato troppo poco la profondità, i tre davanti erano troppo distanti tra di loro e raramente puntavano l’uomo per creare la superiorità numerica.

Nella ripresa le cose sono migliorate ma Bojan ha continuato a dimostrare che non si trova a proprio agio a giocare davanti da ‘falso nueve’ e, che, è molto più utile quando può partire qualche metro più indietro e magari agire dietro ad una prima punta. Poi, di certo, bisogna aggiungere che Montolivo ha dovuto giocare quasi tutta la partita come centrale in mezzo al campo e non ha potuto offrire il suo apporto qualitativo alla squadra qualche metro più avanti e che Boateng continua ad essere un elemento alienato dalle azioni della sua squadra e non riesce in nessun modo ad essere l’arma in più di questo Milan. Infine, il fatto che un ragazzo appena diciottenne alla prima gara da titolare della carriera, sia stato il più pericoloso e il più incisivo, la dice tutta. Forse lì davanti c’è bisogno di qualcuno, forse si deve scendere in campo in maniera diversa ma, senz’altro, per la risalita ci vuole ben altro.

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