Punticino “conquistato”, è mancato il cambio di passo

AbbiatiA “Marassi” il Milan ha conquistato se stesso. Una squadra con idee normali e difficilmente vincenti, che senza El Shaarawy ispirato perde la pericolosità che possiede, una formazione che troppo spesso manca di mordente. Contro la Sampdoria i rossoneri potevano (e non era la prima volta) accorciare la classifica e recuperare punti preziosi su Fiorentina e Roma per aumentare la velocità della propria rincorsa, ma sul campo niente di tutti questi benefici meritavano di essere ottenuti. E lo 0 a 0 è il risultato più semplice e vuoto possibile.

Una prestazione senza incisività, monotona e senza accelerazioni degne di nota. Al Milan è mancato il cambio di passo a partita in corso per colpire una Sampdoria fisica e scattante, ma che è calata nel secondo tempo, senza che la squadra di Allegri riuscisse a sfondare. L’avvio di match è stato favorevole alla Samp con un ottimo (ma non ancora ritrovato) Abbiati, ma emozioni vere da segnalare non sono facili da trovare: le uniche quella di Boateng da una parte, dopo una buona azione di Niang e il pronto intervento di Romero, e Icardi dall’altra, dopo un errore grossolano di Mexes. Bicchiere mezzo vuoto e punto che serve a poco. Non è solo l’impegno di 120 minuti in Tim Cup contro la Juventus di mercoledì scorso che può spiegare tutto questo. I rossoneri non hanno meritato di vincere e hanno perso il centrocampo, con Montolivo senza fantasia e Ambrosini, Flamini e Nocerino (anche se per una manciata di secondi) incapaci di impensierire in zona d’attacco.

I sorrisi arrivano da Niang, il migliore del trio d’attacco, con qualche brillante intuizione e limitati spunti di classe, Zapata, sicuro e tempestivo, e dalla difesa in generale che riesce nell’”impresa” non prendere gol. La prima giornata di ritorno ha confermato il settimo posto del Milan e messo per l’ennesima volta in luce lo spessore ancora da costruire di un gruppo giovane, promettente ma ancora in ritardo.

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