El Shaarawy molto simile al Messi ventenne: le statistiche incensano il Piccolo Faraone

Ambrosini, MessiE’ quanto mai lapalissiano che al momento sono due giocatori assolutamente imparagonabili, dato che uno dei due ha da poco fatto il suo, pur spettacolare, ingresso sulla scena del grande calcio ed è stato posto alla base del progetto “top young” intrapreso dal Milan, mentre l’altro è, senza alcuna possibilità di essere smentiti, il calciatore più forte del mondo da oltre un lustro a questa parte, nonchè, insieme a Maradona il più forte di tutti i tempi. Stiamo parlando, come avrete capito, di Stephan El Shaarawy e Lionel Messi, i principali protagonisti della doppia sfida tra Milan e Barcellona negli ottavi di quest’edizione della Champions League.

I quattro palloni d’oro consecutivi, i quasi 350 gol realizzati a soli 25 anni, uniti ai ventidue trofei vinti in meno di un decennio di carriera ne fanno un autentico marziano, uno capace di far arrossire un fenomeno come Cristiano Ronaldo e per tale motivo qualunque altro calciatore sulla faccia della terra. Fatte queste debite premesse, c’è tuttavia da registrare come l’exploit milanista del Faraone sia, nei numeri, molto vicino a quello di Messi all’età di venti anni, come quella attuale del ragazzo italo-egiziano. A questo traguardo, il fenomeno di Rosario aveva giocato 79 partite, realizzando in 5053 minuti ben 34 gol, con una media di 0.43 a partita (un gol ogni 148 minuti) e cominciava a ritagliarsi il posto in una Barcellona stellare, con Ronaldinho partner (quasi) perfetto. L’ex Genoa, invece, ha disputato 59 partite, per un totale di 3711 minuti, nelle quali ha timbrato il cartellino per 22 volte (un gol ogni 168 minuti, con una media di 0.37 a partita). Simile anche il conto degli assist, col blaugrana che comanda per 10-9. Tante le motivazioni di questi numeri, oltre alla strapotenza tecnica della Pulce: l’argentino fu gradualmente inserito in prima squadra dopo essere stato “addestrato” e “svezzato” nella “Masia” (la cantera azulgrana) e venendo attorniato da indiscussi campioni, mentre El Shaarawy è stato letteralmente catapultato in un contesto nuovo, che vive una totale rivoluzione rispetto al glorioso passato, con tanti giovani e pochissime bandiere e ha dovuto caricarsi sulle spalle il Milan sin dall’inizio della stagione.

Non c’è dubbio che questi paragoni spesso sono fuori luogo e rischiano di bruciare un potenziale campione, soprattutto se lo si paragona ad un “giocatore dal Play Station” (non ce ne voglia Gattuso se abbiamo preso in prestito la sua citazione). El Shaarawy è un giocatore umile e con i piedi ben saldati per terra e deve crescere nella maniera migliore e senza pressioni ingombranti. Quel che è certo è che in questi due confronti potrà imparare tantissimo dal Pallone d’Oro, captarne segreti e giocate e, perchè no, provare insieme al Milan a metterlo in serie difficoltà.

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