Ma uno dei capolavori più significativi che il tecnico livornese ha compiuto in questa stagione è la gestione dei giovani, uno su tutti: Stephan El Shaarawy. L’allenatore rossonero sa che prima di essere un giocatore, il Faraone deve diventare un uomo. Il Faraone si è ritrovato a soli 20 anni con una maglia da titolare nel Milan che lui ha saputo valorizzare con i suoi 16 gol in campionato. Si è trascinato sulle spalle la squadra quando ce n’è stata la necessità. E’ diventato in fretta un personaggio. Ma Max ha sempre ripetuto che deve stare sereno, non deve avere fretta. Ma avere pazienza quando tutto è arrivato così rapidamente, non è per niente facile.
E così Napoli e Pescara, ma in generale con le numerosissime sostituzioni dell’ultimo periodo, sono state occasioni buone per fargli capire che di strada da fare ce n’è ancora tanta. Un insegnamento che nasce dalla profonda stima che Allegri nutre nel talento del numero 92 rossonero. Diventare calciatori o campioni, tutto sommato, è facile: basta avere un po’ di talento e tutto arriva così all’improvviso a travolgerti come un’ondata. Foto, autografi, soldi, aspettative, goal a raffica, la Nazionale, le offerte dall’estero. Ma attenzione perché questo mondo sa dare tanto, ma sa anche togliere tutto.
A maggior ragione se non si cura il comportamento dentro e fuori dal campo. Per diventare uomini ci vuole molto di più. Allegri lo sa ed è l’insegnamento che vuole dare. Prima di ogni risultato sul campo, c’è la crescita individuale. Finalmente un messaggio positivo in questo furioso business che ormai è il calcio.