Robinho attiva il domino mercato, Raiola pronto a piazzare anche Emanuelson. ElShaa, non facciamoci suggestionare dalle scelte di Prandelli

C. Pradelli - Direttore SpazioMilan.it
C. Pradelli – Direttore SpazioMilan.it

Ci siamo: è la settimana che dovrebbe definitivamente accendere il mercato rossonero. Adriano Galliani è pronto, prontissimo a volare in Brasile come fece nell’ormai remoto gennaio 2011: allora si trattò dell’amichevole cessione di Ronaldinho, oggi la pedina da sistemare è naturalmente quella più impegnativa di Robinho. Una pedina pronta a scatenare un effetto domino sulle trattative entranti: in attesa, infatti, di accumulare il tesoretto che via Turati si augura possa trovar linfa anche dall’addio di Boateng, R7 spianerebbe definitivamente la strada che porta a Carlos Tevez. Raiola, già inviato in avanscoperta, intercederà per far lievitare il prezzo almeno di due milioni, da 6 a 8, cifra alla quale si potrebbe davvero chiudere: a quel punto il giocatore del City potrebbe portare ad un esborso complessivo, tra acquisizione ed ingaggio, che per un eventuale quadriennale non supererebbe i 10-11 milioni di euro.

Tutto questo mentre a Milanello, tra meno di un mese, sono pronti a tornare anche alcuni prestiti dalla Serie B e dall’estero: di questi, il caso più spinoso è senza dubbio rappresentato da Urby Emanuelson. L’olandese difficilmente rientrerà nei piani di Massimiliano Allegri che sulla trequarti avrà un rifinitore, a centrocampo (probabilmente) un Poli in più e sulla corsia mancina di difesa la coppia De Sciglio-Constant. Spazi ristretti e Urby sul mercato, questo è lo scenario più probabile, anche perché, visti i ventisette anni compiuti proprio ieri, il tempo per le cessioni a titolo temporaneo non è più maturo per il giocatore, che vuole certezze. Anche in questo caso sarà Mino Raiola a lavorare alacremente per il suo assistito, che è rimasto letteralmente folgorato dalla Premier: “Penso di essermi adattato e adeguato alle esigenze del calcio inglese, il Fulham mi ha dato una grande opportunità“. Opportunità senza il futuro che l’olandese evidentemente si augurava fin da subito.

Ieri sera, intanto, la Confederations Cup si è tinta letteralmente di rossonero: Mario Balotelli ha incassato il solito quantitativo di falli per ottanta minuti, si è innervosito, ha segnato il gol decisivo e si è fatto ammonire dopo essersi tolto la maglia. Il solito SuperMario, tanto genio quanto sregolatezza e (ancora) immaturità. Cesare Prandelli glielo fa notare e lui si scusa. Sarà l’ultima volta? Buone notizie anche dalle fasce, con Mattia De Sciglio che ingrana dopo l’emozione iniziale ed Ignazio Abate che si fa notare soprattutto nel primo tempo con qualche buona discesa sulla fascia di competenza. Tanto lavoro sporco in mezzo al campo per Riccardo Montolivo, tanta panchina indigesta per Stephan El Shaarawy: prepariamoci a tutto, visto che le scelte del ct verranno inevitabilmente strumentalizzate in ottica Milan e mercato. Lo sappiamo, fa parte del gioco: l’importante è (non) crederci.

Twitter: @Chrisbad87

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