Ottavio (ag. FIFA): “Honda non fa la differenza. Boateng e Niang con la valigia”

hondaSteccata la prima al Bentegodi contro un Verona chiusissimo e ottimo in ripartenza ora il Milan non deve far altro che ritrovare la concentrazione per andare a giocarsi un Mercoledì da leoni: il ritorno del preliminare sarà di fondamentale importanza per il proseguo della stagione e anche per le ultime battute del mercato. Galliani auspica il passaggio del turno che porterebbe nelle casse del Milan una trentina di milioni da poter spendere per uno o due innesti. E occhio a qualche cessione.

Per parlare del mercato rossonero è stato intervistato in esclusiva da IlSussidiario.net Massimo Ottavio, agente FIFA. Capitolo Keisuke Honda: il giapponese continua a lanciare messaggi d’amore verso i colori rossoneri, mentre il CSKA continua a smentire categoricamente trattative per lui. Questo il pensiero di Ottavio su Honda: “Bisogna chiedersi se dietro l’opportunità di mercato ci sia un effettivo vantaggio tecnico per il Milan. Secondo me col suo arrivo non cambierebbe nulla a livello di qualità. Non è un fuoriclasse che fa la differenza. Nel ruolo di trequartista il Milan potrebbe perdere anche una pedina: Si può pensare alla cessione di Boateng, anche perché l’alternativa è già pronta in casa: Saponara. Se sta bene fisicamente può già fare la differenza, bisogna vedere quanto ha in mente di utilizzarlo Allegri”. Altro partente potrebbe essere M’Baye Niang: “Non sono d’accordo: è un classe ’94 che ha dimostrato di poter reggere la competizione in prima squadra. Di sicuro se resta giocherà più di Robinho”.

Boateng parte, Niang resta. Questo è l’Ottavio pensiero. Con una punta di fiducia nei confronti di un altro talento che il Milan sta recuperando come Riccardo Saponara. Il giovane trequartista sta ancora facendo lavoro differenziato ma presto rientrerà in gruppo per giocarsi le sue chance che molti dicono siano buone. L’unico motivo per cui potremmo non vederlo in campo sarà la scelta di Allegri: tutti ricorderanno come due anni fa si trepidava nell’attesa di vedere le gesta del giovane El Shaarawy, e invece Allegri lo usò col contagocce per poi farlo esplodere definitivamente la stagione successiva.

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