Da obiettivo di mercato a prossimo “nemico”: Cerci ci aspetta e spera

cerci 2La prossima partita del Milan sarà in scena a Torino contro i granata di mister Ventura, pronti a non ripetere l’ultima prova offerta a Bergamo dove rimediarono una rovinosa sconfitta. Il pericolo numero uno è sicuramente Alessio Cerci, calciatore di indubbie capacità tecniche, entrato nella scorsa stagione nel giro della Nazionale di Cesare Prandelli. Come testimoniano le recenti parole di Zaccardo, che probabilmente giocherà da titolare come terzino destro di difesa, l’esterno offensivo è la stella dei torinesi e darà filo da torcere ai rossoneri: “Indubbiamente Cerci è l’uomo di maggior qualità di questo Torino e sarà sicuramente il più pericoloso per noi”.

Cerci, convocato da Prandelli per le due recenti sfide di qualificazione ai Mondiali brasiliani, non ha giocato nemmeno un minuto per via di un problema alla gamba, ma lo stesso calciatore ha voluto far chiarezza sulle sue condizioni, tranquillizzando i tifosi torinesi con queste parole rilasciate domenica scorsa: “Ho avuto un problema che mi ha dato un po’ di fastidio e ho dovuto fare una settimana di terapie. Oggi sono rientrato e la gamba ha risposto abbastanza bene, resto fiducioso. Comunque l’importante per me è stare bene fisicamente, per il resto non ho problemi.” Ha speso parole anche circa la sua posizione in campo: “Ruolo? Tutti sanno dove gioco meglio: è chiaro che da esterno mi sento più a mio agio ma posso fare anche la punta. Io voglio continuare solo a dimostrare il mio valore a prescindere dalla posizione in campo”. 

Cerci dovrebbe esserci sabato sera insomma, se tutto procederà bene. Con la maglia granata, ovviamente. Sì, perché pochi mesi fa, dopo la fine del campionato, indiscrezioni volevano il Milan molto interessato nei suoi confronti: nelle idee di Galliani, avrebbe potuto vestire la casacca del Diavolo e formare un attacco esplosivo con Balotelli ed El Shaarawy, e questo avrebbe significato continuare con il 4-3-3. Poi ci fu il famoso incontro fra Allegri, Galliani e Berlusconi, la società decise di optare per altre vie, abbandonando di fatto la pista che portava al numero 11.

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