Errori e debolezze, ma c’è anche una crepa arbitrale che non si può nascondere. Non solo a Bologna

balotelli 3 milan-napoli (spaziomilan)L’emozione della rimonta, da 1 a 3 a 3 a 3, non può bastare per lasciare Bologna con il sorriso. 5 punti su 15 in campionato dopo 5 giornate, ancora meno, numeri allarmanti, rispetto al disastroso inizio dell’anno scorso (allora erano sei le lunghezze conquistate). -10 dalla vetta (Roma) e solo +3 dalla zona Serie B (Sampdoria). Al “Dall’Ara” come a Torino: un pareggio in trasferta raggiunto nel finale ed in maniera rocambolesca. Vero è che ieri contro i rossoblu il Milan ha proposto di più, sprecato di più, creato senza successo fin troppe occasioni per vincere rispetto all’”Olimpico”, pagate a caro prezzo con gli ennesimi errori in difesa, Abbiati compreso, che peggiora sempre di più. Ma c’è una crepa arbitrale, sfavorevole ai rossoneri, che non può essere nascosta.

Ed il riferimento non vuole toccare l’espulsione di Mario Balotelli, doverosa se confermata l’ingiuria espressa verso Banti (”t’ammazzo”), così come pienamente condivisibile è l’atteggiamento di società, allenatore e compagni, che si sono sentiti lasciati da soli, verso Mario, criticato e deludente per i suoi comportamenti inaccettabili. Ma in Milan-Napoli è mancato il rosso sacrosanto a Britos, per un intervento intenzionale, pericoloso e da dietro che voleva solo fare male. E invece se l’è cavata con l’ammonizione. Behrami, poi, ha fatto qualunque cosa per concludere anzitempo la sfida di San Siro, ma è riuscito ad arrivare fino alla fine, “ringraziando” con una gomitata intenzionale da prova TV. Mai arrivata. Per non parlare della spinta di Zuniga su Poli. Tornando al Bologna, prima dell’1 a 1 di Laxalt è stato negato un rigore evidente a Robinho, bloccato in area da Cristaldo: impunito. Danno e beffa, perché sul contropiede successivo il Milan, colpevole al di là dell’arbitro, ha subito il pari. E Pazienza andava espulso.

Matri, soprattutto nel primo tempo, ha avuto sui piedi le occasioni per chiudere l’incontro. Tagliavento non può essere né alibi né scusa, però ha sfavorito la squadra di Allegri in un momento cruciale. Tagliavento che, per inciso, non arbitrava il Milan dal famoso Fiorentina-Milan della scorsa stagione: in sintesi, un penalty inventato concesso alla Viola (sullo 0 a 2) ed un vistoso fallo di mano in area di Roncaglia giudicato involontario. Gli indizi non fanno ancora una prova, ma poco ci manca. A Verona, per non dimenticare, manca un tiro dal dischetto procurato da Balotelli; anche se, per doverosa correttezza, ce n’era uno anche su Toni (fallo di Mexes). Mentre poco distante il Chievo si vedeva derubare di almeno un punto: “merito” del guardialinee Preti, lo stesso che non sbandierò l’offside clamoroso di Asamoah in Juventus-Inter del 2012. E i bianconeri ridono. A Torino: due le conclusioni dagli undici metri procurate dal Diavolo, una quella sanzionata e trasformata.

Senza nessuna sudditanza o disegno scritto contro, questi sono episodi veri e concreti, non dettagli, che cominciano ad avere un peso. Quello che al Milan, in campo, manca.

(Foto in evidenza: AcMilan.com)

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