Guerra fredda o tregua armata? Viaggio sull’asse Allegri-Conte

289758_Antonio Conte JuventusNovecentoquattordici chilometri. Sono quelli che separano Livorno e Lecce. Nella prima è nato e vissuto (e torna appena può) Massimiliano Allegri. La seconda è la terra di Antonio Conte. Due luoghi diversi. Due culture e due carriere differenti. Due caratteri, quelli degli allenatori di Milan e Juventus, quasi opposti. Allegri pronto alla battuta e, a detta dei suoi giocatori, sempre pronto al dialogo. Conte più versione “Sergente di ferro”, con lo sguardo di ghiaccio.

Tra i due c’è competizione. Non fosse altro perché da quando Conte siede sulla panchina della Juve i bianconeri sono tornati a vincere. Il bilancio in campionato è a favore dell’allenatore salentino: due vittorie della Juve (sempre a Torino), un pareggio (quello del gol non convalidato a Muntari), una vittoria del Milan (lo scorso novembre a San Siro con rigore contestato di Robinho). In Coppa Italia i due si sono sfidati tre volte: 2 vittorie della Juve (a San Siro nell’andata delle semifinali 2011/2012 e a Torino ai supplementari in gara secca per i quarti della scorsa stagione), un pareggio (ai supplementari dopo una vittoria per 2-1 del Milan nei minuti regolamentari nella semifinale di ritorno 2011/2012). Insomma, uno score che sorride alla Juve, anche se le polemiche e le punzecchiature non sono mai mancate. Soprattutto dall’episodio del gol di Muntari, datato 25 febbraio 2012, con tanto di urla negli spogliatoi del Meazza. Da lì è sempre stata “tregua armata” o “guerra fredda”, a seconda dei punti di vista.

A marzo 2012, con il gol di Muntari sempre sullo sfondo, è Conte a sferrare un attacco: “Ho letto che Allegri dice che dovremmo stare zitti tutti. Noi l’abbiamo preso alla lettera, qui l’unico che continua a parlare è lui”. E a maggio con lo scudetto in tasca il tecnico della Juve morsica ancora: “E’ stato il Milan a fermarsi nella corsa per il titolo”. Anche se Allegri replica: “Il bilancio della stagione rossonera? Se togliamo la Supercoppa vinta con l’Inter e il gol di Muntari, è come un grattacielo che casca perché non ha le basi”. Poi arriva l’estate e il Milan deve ricostruirsi senza Ibra e Thiago Silva. La Juve è un rullo compressore.

Allegri (Spaziomilan)E a dicembre Allegri torna a pungere: “La Juve ha fatto acquisti importanti, investendo svariati milioncini e ora sono in cima alla Serie A. Noi invece abbiamo ricostruito la squadra, privilegiato il bilancio e lanciato molti giovani. Avessi allenato quei campioni prima, magari avremmo vinto per quattro o cinque anni di seguito. La differenza di punti e traguardi della scorsa stagione consente di raffreddare gli animi, ma ad agosto il tecnico del Milan torna con ironia sui bianconeri: “So che in passato alla Juve hanno preso qualche mia battuta troppo sul serio. Forse c’è qualcuno che dovrebbe fare qualche corso di umorismo. La replica di Conte: “Noi le cose le prendiamo tutte sul serio e comunque non vogliamo essere simpatici, ma vincenti. Questo è il nostro credo”.

Palla al centro, appuntamento domenica sera allo Juventus Stadium. La stretta di mano non mancherà, ovviamente.

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