Il “D-Day” di Silvio Berlusconi che chiama Adriano al capezzale

Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi dieci anni di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), dal 2011 si occupa di comunicazione di manifestazioni fieristiche. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter.

E’ il giorno più lungo. Oggi alle 19 il Senato della Repubblica voterà per far decadere Silvio Berlusconi dalla scena politica, almeno quella parlamentare. Perchè fuori dalle aule il Cavaliere continuerà a far sentire la sua voce. Ancora di più, se possibile. Il verdetto, che arriverà (strategicamente) in tempo per riempire gli schermi di tutta Italia all’ora di cena, non lascerà indifferente il popolo milanista.

Nessuno si illuda che la decadenza da senatore possa riportare Silvio Berlusconi col pensiero più orientato alle vicende rossonere. Al contrario, tutto lascia pensare che la battaglia di Sua Emittenza per tornare in gioco con la sua nuova Forza Italia gli lascerà poco spazio per “distrarsi” con gli affetti rossoneri. Del resto non è un caso che la figlia Barbara stia accelerando pesantemente per prendere in mano il timone dirigenziale. E Adriano Galliani ormai parla utilizzando titoli di coda.

Proprio l’amico Adriano potrebbe rivelarsi tra i più preziosi nella gestione di una nuova fase per Berlusconi. Oggi più che mai il Cavaliere ha bisogno di avere al proprio fianco collaboratori, consulenti e ambasciatori di comprovata esperienza e, soprattutto, totale fiducia. Una rapida uscita di scena di Galliani dal Milan è proporzionale all’esigenza che Berlusconi avverte di posizionare l’attuale amministratore delegato rossonero in un ruolo manageriale a tutto campo, da Fininvest alla politica. Una sorta di nuovo Gianni Letta in grado di tessere trame. Come al calciomercato.

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