Bellissimi, ma ingenui

“Quando sprechi troppe occasioni finisci con il subire goal e il perdere la partita”. Frase tanto banale e sentita, eppure quanto mai azzeccata per descrivere la sfortunatissima serata vissuta dal Milan di Clarence Seedorf nella serata di ieri sera. Tante note positive, tanto buono da prendere, tante sorprese, ma purtroppo nulla sul piano concreto, puramente legato al risultato.

Mai come in questo caso, però, le sensazioni avute sul campo non rispecchiano lo 0-1 poi segnalato dal tabellino finale. Il Diavolo, galvanizzato da quell’Europa che continua a sentire tremendamente sua anche in anni non proprio luccicanti, corre, lotta, suda, crea, spinge, crea non pochi grattacapi agli uomini di Simeone. Le occasioni sprecate si moltiplicano, i legni di Kakà e Poli insinuano un fastidioso sospetto nella mente del popolo rossonero: “Ma non è che questa serata rischia di diventare maledetta?”

La seconda frazione, meno bella e convincente della prima, non offre comunque sostanziali cambiamenti di rotta. Il Milan piace, sia come squadra sia a livello di singoli, con Rami perfetto e impetuoso su Diego Costa, Taarabt gigante della trequarti e un Kakà formato europeo. E l’Atletico? Soffre, si difende, fatica, non esita a giocare a pesante. E, nota stonata di un finale troppo ingiusto, si approfitta di un’ingenuità difensiva tanto evitabile quanto assurda.

L’autore del goal? Diego Costa, neanche a dirlo. Quel Diego Costa spettatore passivo per quasi novanta minuti. Seppur con un po’ di amarezza, bisogna trarre insegnamenti anche da questo. I veri bomber e le sue squadre ciniche, inutile nasconderlo, si vedono proprio in serate come queste: sembrano non esserci, ti studiano, sembrano dover capitolare da un momento all’altro. E invece ci sono, eccome, e alla prima, vera occasione non esitano a colpirti.

Qualificarsi in terra spagnola, adesso, diventa impresa proibitiva. Le sensazioni avute ieri sera, però, hanno portato una ventata di ottimismo in tutto l’ambiente. No, i conti non sono ancora chiusi. Lo pensa Clarence Seedorf, uscito decisamente vincitore dalla sfida tattica a distanza contro il collega Simeone, lo pensano i giocatori, lo pensa anche il Presidente Berlusconi, che avrebbe voluto festeggiare in ben altro modo i suoi ventotto anni alla guida del Diavolo.

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