Galliani e Scolari suonano due sveglie in vista dell’Atletico. Cioè…

Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi dieci anni di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), dal 2011 si occupa di comunicazione di manifestazioni fieristiche. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter.

Settimana cruciale per il Milan. L’ennesima della stagione. Il primo, vero, grande esame per Clarence Seedorf. Tra sette giorni i rossoneri saranno chiamati perlomeno a provarci contro l’Atletico Madrid. Provarci per difendere l’onore di essere l’unica squadra italiana approdata alla fase ad eliminazione diretta della Champions League. Ad “aiutare” il tecnico olandese, sotto il profilo mentale, potrebbero indirettamente esserci due fattori emersi nelle ultime ore.

Il primo fatto riguarda il taglio degli stipendi dei giocatori in caso di mancata qualificazione alla prossima Champions. Si tratta di una misura che, salvo miracoli improbabili, scatterà dalla prossima estate. Il Milan, infatti, ridurrà del 20 per cento gli emolumenti per risparmiare 20 milioni che serviranno proprio per coprire il mancato incasso dalla partecipazione alla massima competizione europea. La decisione potrebbe pungolare l’orgoglio rossonero e spingere l’organico a dare tutto contro l’Atletico così come in campionato, almeno per arrivare in Europa League.

L’altro fatto è circoscritto a due giocatori: Robinho e Kakà, il primo ormai fantasma di quello apprezzato nella sua prima stagione al Milan, il secondo in fase calante dopo essersi messo sulle spalle l’intera squadra nei momenti più delicati di questa stagione. Entrambi sono stati esclusi da Felipe Scolari per l’amichevole che il Brasile giocherà il 5 marzo contro il Sudafrica. Sarà un test pre-Mondiale e l’esclusione dei due milanisti è una decisione che fa notizia. Soprattutto perché suona come una possibile bocciatura. Allo stesso tempo, può essere l’ultima sveglia per non perdere l’occasione di giocarsi una Coppa del Mondo davanti al pubblico di casa. L’ultima della carriera, tra l’altro.

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