Quando gira, il Milan va: Nigel De Jong, metronomo imprescindibile

In questa stagione disastrosa, fatta di tantissimi bassi e rari alti, c’è un giocatore che rappresenta l’ago della bilancia di questa squadra: Nigel De Jong. L’olandese, arrivato nel 2012 dal Manchester City dopo una prima stagione sfortunata, conclusasi a dicembre per la rottura del tendine d’achille, in questo campionato si è rivelato un titolare praticamente inamovibile, risultando spesso il migliore in campo.

Con Allegri giocava da regista in un centrocampo a tre mentre con Seedorf è uno dei deu mediani davanti alla difesa nel 4-2-3-1, ma comunque nessuno dei due tecnici ha rinunciato a lui. De Jong nei primi mesi è risultato fondamentale per gli equilibri della squadra, recuperava un’infinità di palloni e i 7 in pagella fioccavano. Non ha segnato ma si è regalato qualche lusso come lo splendido assist per Kakà nella gara d’andata contro il Genoa: un lancio di 50 metri perfetto per il brasiliano. Certo, la qualità non è la sua miglior dote, lui è un giocatore che spacca l’azione e il fatto che il titolo di ‘migliore’ cadeva sempre su di lui era emblematico della situazione della squadra. Resta il fatto che il suo calo, tra gennaio e febbraio è coinciso con il peggior momento del Milan. Per colpa anche di molti infortuni De Jong ha praticamente giocato sempre (38 presenze tra campionato, Champions e coppa Italia) senza mai rifiatare e la squadra ne ha risentito molto. Forse con il Parma c’è stata la sua prestazione peggiore (5 in pagella per spaziomilan) Come a Madrid dove non ha brillato, risultando comunque il migliore in mezzo. Nelle ultime tre partite è tornata la diga che a inizio stagione aveva esaltato i tifosi e sono arrivati 7 punti.

Non è un caso, De Jong è il vero e unico metronomo del Milan, se gira lui la squadra ne ha beneficio e riesce a ripartire in maniera pericolosa, quando lui gioca al di sotto delle sue potenzialità la difesa perde il suo schermo e arrivano i problemi. Certo non è un costruttore di gioco ma il numero 34 è un leader dello spogliatoio e il suo carisma è utilissimo in queste annate. Resta uno dei pochi giocatori in rosa che avrebbe mercato in tutta Europa ma privarsi di un centrocampista del genere sarebbe un’operazione folle e inconcepibile. La ricostruzione deve iniziare e De Jong deve essere uno dei pilastri portanti.

Impostazioni privacy