Quando i risultati non bastano più, Seedorf sempre più verso l’addio

Lino Dimitri è giornalista pubblicista dal 2012. Redattore di SpazioMilan.it dal settembre 2011: è sua la firma nell’editoriale del sabato. Lavora nella redazione di LecceNews24.it occupandosi di cronaca, politica, eventi e sport. In passato ha collaborato con Bordocampo.net e Sportmain.it.

Quella che sembrava dovesse essere una lunga storia d’amore sta assumendo sempre più i contorni di una tragedia senza lieto fine. Clarence Seedorf, certo della riconferma a prescindere dai risultati ottenuti in questo finale di stagione, aveva intrapreso con entusiasmo l’avventura alla guida del Diavolo, salvo poi scoprire che il suo futuro non potesse prescindere dal raggiungimento della qualificazione alla prossima Europa League. Preso atto della politica societaria, ecco il poker di vittorie. Tutto risolto? Neanche per sogno. 

Negli ultimi giorni è infatti emerso che neanche il miracoloso raggiungimento del sesto posto in classifica potrebbe bastare per soddisfare le  crescenti richieste della dirigenza, che ora ha fissato come obiettivo il raggiungimento della quinta posizione, e questo perché la sesta piazza, valevole per disputare i preliminari della seconda competizione continentale per club, farebbe saltare la ricca tournèe americana organizzata per questa estate.

L’impressione a questo punto, è che a via Rossi stiano cercando un alibi (neanche tanto valido) per liberarsi di un allenatore non gradito ad una parte dello spogliatoio. Dopo il caso Montolivo, infatti, altri due giocatori si sono aggiunti alla lista degli scontenti, cioè Abate, passato da titolare inamovibile a panchinaro fisso, e De Sciglio che, soppiantato dall’ottimo Bonera, rischia di perdere il posto in Nazionale in vista dei Mondiali in Brasile.

In realtà le scelte del tecnico sembrano legittime se consideriamo che anche la tifoseria ha sempre preso di mira Abate e che Bonera sia reputato da molti come un giocatore chiave per gli equilibri tattici della squadra. A questo punto sorge spontanea una riflessione: se Seedorf rischia il posto a causa dello scarso feeling creatosi con alcuni giocatori, sembra certo che il mercato estivo, più che dalla tanto invocata rivoluzione, sarà caratterizzato dai soliti pochi acquisti a basso costo. Perché altrimenti scegliere di accontentare elementi tutt’altro che decisivi?

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