SM ESCLUSIVO/ Ennio Mastalli: “Domenica sera tiferò Milan, ma il Catania deve crederci ancora. Mio figlio Alessandro può superarmi”

Ha collezionato 65 presenze e 3 reti in Serie A con le maglie di Bologna e Catania, altre 151, condite da 17 reti, nelle fila di Monza, Varese e Lecce in Serie B. Suo figlio Alessandro è uno dei perni del centrocampo nella Primavera di Pippo Inzaghi. Domenica ci sarà Milan-Catania, un po’ un derby del cuore per Ennio Mastalli che, in esclusiva per SpazioMilan.it, ha parlato della situazione delle due squadre e delle prospettive della Primavera rossonera.

Ennio, domenica c’è Milan-Catania: un derby del cuore per Lei. Ce la faranno i rossoneri ad arrivare in Europa?
Credo che si sia ripreso molto bene, sta giocando a calcio ed oltre al risultato c’è il gioco che sta venendo fuori. Li vedo pronti fisicamente e le qualità ci sono. Le squadre per un posto in Europa sono tante e non si possono sbagliare più partite da qui alla fine. Adesso, per esempio, ci sono due partite in casa ma non sono semplici perché le squadre che lottano per non retrocedere in campo danno tutto“.

Passiamo al Catania, crede ancora nella salvezza?
Quando mi hanno chiamato da Catania, qualche tempo fa, ho detto che come organico, rispetto ad altre squadre che lottano per la salvezza, il Catania sta messo meglio, però i risultati stentano ad arrivare e diventa sempre più dura perché Catania è un ambientino non facile. Le possibilità diventano residue, come organico è anche migliore di altre, ma tutte le volte incappano in un arresto ed invece di fare tre punti sbagliano qualcosa. Sarà difficile, ma spero almeno che possano lottare fino alla fine“.

Domenica in panchina esordisce Pellegrino, quarto cambio in una stagione: che ne pensa?
Io il cambio dell’allenatore non lo farei mai, ma in mancanza di risultati si cerca di fare il possibile. Sì, forse era dovuto per l’ambiente e per provarle tutte per non retrocedere“.

Passiamo alla Primavera rossonera dove gioca suo figlio Alessandro, ieri il pareggio contro l’Inter. Come ha visto la squadra? E dove può arrivare?
Io ho visto sul piano del gioco, sia all’andata che al ritorno, molto meglio il Milan che l’Inter, poi è chiaro che l’episodio è sempre fondamentale ed il Milan non è riuscito a vincere. Questa è una squadra che ha un grande allenatore che riesce a motivare la squadra in modo incredibile e questo diventa fondamentale in una compagine giovane che vuole raggiungere gli obiettivi. Qualità, forza, estro, è una squadra completa che può arrivare fino in fondo”.

È soddisfatto di quanto ha fatto suo figlio fin qui e cosa si aspetta dal suo futuro?
Io dico sempre che il calcio vero non è ancora questo. Sono ancora giovani, anche se hanno 18 anni, e ci vuole pazienza nel cercare di farli crescere bene perché c’è il ragazzino che è più maturo e può essere già pronto e quello che ha bisogno di più tempo. Io ad Ale gli dico sempre di star tranquillo sereno, di essere umile e di andare avanti dando sempre il meglio di se stesso”.

Lei è stato interno di centrocampo, così come lo è suo figlio. Quali sono le differenze tra il suo ruolo e quello di Alessandro?
La differenza è che lui riesce a fare anche la fase di non possesso, io invece ero più rapido. Ero un giocatore diverso, lui sa fare tutte e due le fasi, io ero un po’ più veloce, ma pensavo più ad attaccare che a difendere“.

Una previsione per domenica sera?
Con il risultato io non ci azzecco mai, ma è chiaro che ci sono delle motivazioni importanti sia per l’una che per l’altra squadra perché far dei punti adesso è fondamentale per andare avanti in Campionato e raggiungere i rispettivi obiettivi. Anche se il mio cuore è anche un po’ legato al Catania, io tiferò Milan e penso che alla fine la spunteranno i rossoneri“.

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