La voglia matta del Faraone

L’era del Milan di Filippo Inzaghi è iniziata all’insegna dell’entusiasmo, delle incertezze per la sua poca esperienza e di una rosa incompleta e, forse, non ancora così competitiva. Oltre ai nuovi Agazzi, Albertazzi, Alex e Menez, SuperPippo potrà contare su di un formidabile “nuovo” acquisto: Stephan El Shaarawy.

Il Faraone ha una voglia matta di tornare in campo dopo la sfortunatissima scorsa stagion0e, quando è stato praticamente tutto il tempo in infermeria e ha potuto godersi pochissimi momenti insieme al suo idolo Kakà. Il peggio però è passato, il numero 92 già da mercoledì sera era a Milanello perché non vede l’ora di tornare, di far andare di nuovo le gambe. Il nuovo mister punta molto su di lui, sta plasmando la squadra per esaltare le sue caratteristiche: con il 4-3-3, il modulo che lui predilige. In questi mesi si è parlato tanto del possibile addio di Balotelli, si è fatta una lista infinita di possibili arrivi in attacco sulla destra, ma mai nessuno ha messo in dubbio, neanche per un attimo, la permanenza di ElShaa. Da El Shaarawy bisognerà ripartire, da quei 16 gol tra il settembre 2012 e il gennaio 2013 e da questa sua voglia di indossare il rossonero. Riccardo Kakà è volato in Brasile e forse il non aver praticamente mai visto insieme lui e l’ex Padova è il rimpianto più grande della passata annata. El Shaarawy però potrebbe ripercorrere le orme di Ricky, per umiltà, sacrifico e classe, ha tutte le componenti per entrare nei cuori dei tifosi che lo hanno aspettato e coccolato, ieri compreso. A Casa Milan è stato un tripudio di “creste”, bellissime le parole nei suoi confronti di Barbara Berlusconi nel corso della conferenza stampa.

Stephan è pronto a caricarsi la squadra sulle spalle, nonostante la giovane età sa che può esplodere definitivamente. Gli infortuni lo hanno segnato, ha perso il Mondiale per questo, ma l’esperienza lo ha maturato e responsabilizzato. La scorsa estate si parlava di accordo tra Milan e Anzhi per 30 milioni, molti lo avevano già salutato, pochi altri ci credevano ancora. Lui rifiutò freddo e milioni russi ed ora, a testa (e cresta) alta, è pronto per tornare a comandare.

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