La furia di Silvio Berlusconi e un mercato fermo: servono rinforzi

Non serviva andare in America per pubblicizzare i propri limiti, ancora irrisolti, non era necessario subire 8 gol in due amichevoli per raggiungere una conclusione di mercato ovvia ai molti: il mercato รจ fermo, servono nuovi innesti di livello se si vuole davvero cambiare vita. E l’attaccante mancino, maledizione, non รจ una prioritร . Il 5 a 1 subito ieri dal Milan a Pittsburgh contro il Manchester City, a differenza di quanto successo dopo il 3-0 dell’Olympiacos, ha provocato malumori e dichiarazioni forti.

Prima Inzaghi in conferenza: “Le colpe sono mie e me le prendo. La societร  sa benissimo cosa ci siamo detti, vado avanti a lavorare con questa squadra e quando staremo meglio e avremo recuperato tutti sicuramente non saremo quelli di queste due partite. Devo pretendere di piรน sulla fase di non possesso. Sono arrabbiato con me stesso perchรฉ se la squadra รจ stata questa le colpe sono le mie e insieme al mio staff ne usciremo. Ripartiamo, dobbiamo lavorare. Dobbiamo ritornare presto a prendere meno gol. Dovremo migliorare in questo“. Poi la furia, secondo Tuttosport, di Silvio Berlusconi. Il presidente rossonero non รจ rimasto indifferente alla (seconda) figuraccia del suo Diavolo. Prese di posizioni giuste e necessarie, i messaggi di Inzaghi fotografano al meglio una situazione debole: questa squadra non vale il terzo posto, bisogna spendere.

E allora tocca ribadire la vicenda Robinho, al quale sembrano appese tutte le speranze per un Milan migliore. Via il brasiliano, basta problemi? Per niente, ma adesso l’addio รจ diventato obbligatorio. In Brasile piace a sei club (San Paolo, Flamengo, Santos, Atletico Mineiro, Gremio e Cruzeiro), oggi o domani sono attesi sviluppi decisivi. Cerci rimane il primo obiettivo, Joel Campbell l’alternativa; piรน vicino Dzemaili. Didac Vilร , Constant ed Essien in uscita, uno fra Zapata e Mexes verrร  ceduto.

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