Rivoluzione Albertini: “Serie A a 18 squadre e spazio ai settori giovanili”

Un ex rossonero di strada ne ha già fatta tanta, ma vuole continuare a farla: ecco Demetrio Albertini, candidato alla presidenza della FIGC, che spiega alla Gazzetta dello Sport le sue idee per rivoluzionare la nostra Serie A. “Non serve bloccare gli extracomunitari. Il tetto è un falso problema che va superato. Non sono gli extra Ue che frenano la crescita del movimento della Nazionale: in squadra potresti avere 11 francesi, tutti comunitari, e nessuno convocabile”.

Dobbiamo puntare sulla qualità. Da un lato l’obbligo di utilizzare gli elementi formati nei settori giovanili italiani, dall’altro l’apertura delle frontiere, all’interno dei flussi decisi dal Governo, per essere più competitivi sul mercato globale”.

E ancora: “Voglio una Serie A a 18 squadre, una B a 20 e una Lega Pro che è stata appena ridotta a 60, dopo tanti anni, e quindi non è detto che debba scendere ulteriormente. Quello che mi interessa è la sostenibilità finanziaria: negli ultimi tempi abbiamo perso troppe realtà, le ultime Padova e Siena. Ma la riduzione delle partecipanti è solo il primo passo. In A ciascun club dovrà avere rose con un massimo di 25 giocatori e un minimo di 10 locali, cioè cresciuti nei vivai, indipendentemente dalla nazionalità perché l’Unione europea non ce lo consentirebbe”.

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