Menez: “La gente ha un’immagine falsa di me. Questo può essere il mio anno, ok a destra. Balotelli…”

Non chiamatelo “bad boy”. Almeno non ora che vuole dimostrare tutto il suo valore, in campo e fuori dal campo. Oggi Jeremy Menez tiene proprio a far co­no­sce­re una persona diversa da certi stereotipi diffusi sul suo conto. “Il fatto che io sia un bad boy, scu­sa­te il ter­mi­ne, è una caz­za­ta – afferma in un’intervista alla Gazzetta dello Sport -. La gente ha un’im­ma­gi­ne di me falsa e io vo­glio di­mo­stra­re che sono una per­so­na tran­quil­la den­tro e fuori dal campo. Non dico di es­se­re sem­pre stato un santo, ma ora sono cre­sciu­to, mi sento di­ver­so. A Roma ero gio­va­ne, ho sba­glia­to due o tre volte e ho ca­pi­to gli er­ro­ri. Men­tre a chi mi giu­di­ca male come cal­cia­to­re ri­spon­do che nelle prime due sta­gio­ni al Psg ho fatto quasi 20 gol e 30 as­si­st”.

Quindi sul momento della preparazione al Milan: “E’ stata dura stare fuori, ma ora mi sento me­glio. Sono pron­to a dare tutto quel­lo che ho. In­za­ghi sta svi­lup­pan­do una bella idea di gioco, la­vo­ran­do in que­sto modo sono certo che fa­re­mo qual­co­sa di buono. Non sono pre­oc­cu­pa­to , a fine mese sa­re­mo pron­ti. A Ibiza In­za­ghi mi ha fatto un di­scor­so che mi ha con­vin­to su­bi­to. E’ per quel­lo che ho scel­to il Milan. Sento una gran­de in­te­sa col mi­ster, non posso fal­li­re perché lui mi sta dando tanto, e io per lui darei tutto. Lo co­no­sce­vo già da cal­cia­to­re, ov­via­men­te. Aveva tanto ca­ri­sma ed era molto de­ter­mi­na­to, pro­prio come ades­so“. Poi un particolare: “Mi ha detto che aveva par­la­to di me al te­le­fo­no con An­ce­lot­ti, Ibra e Thia­go Silva, chie­den­do com’ero in campo e come per­so­na. So che loro hanno detto delle belle cose sul mio conto, li devo rin­gra­zia­re”.

Sugli anni a Parigi:An­ce­lot­ti è una per­so­na fan­ta­sti­ca, per me è stato come un padre. Il mi­glior tec­ni­co mai avuto, spero di ri­tro­var­lo. Con Blanc non so perché sia stato così dif­fi­ci­le. Pur­trop­po, quan­do non piaci a una per­so­na, è così. Le scel­te vanno ri­spet­ta­te, ma io non ve­de­vo l’ora che fi­nis­se la sta­gio­ne. Ma­ga­ri un po’ di colpa ce l’ho anch’io, ma non più del venti per cento. Anzi no (ride, ndr), il dieci… Il fatto è che io quan­do sento fi­du­cia do tutto me stes­so, e con lui non sen­ti­vo nulla”. Quindi gli obiettivi col Milan e la posizione in campo: “Que­sto può es­se­re il mio anno. I miei obiet­ti­vi sono tor­na­re in Cham­pions, vin­ce­re qual­co­sa con que­sta ma­glia, e ri­pren­der­mi la na­zio­na­le. Me­glio se già dalla pros­si­ma par­ti­ta. La con­cor­ren­za non mi pre­oc­cu­pa, io mi al­le­no e i mi­glio­ri gio­che­ran­no. Al Psg gio­ca­vo a si­ni­stra o al cen­tro, ed è lì che mi trovo me­glio. Ma se oc­cor­re met­ter­mi a de­stra per il bene della squa­dra, non c’è pro­ble­ma. E’ la mia qua­lità mi­glio­re: posso gio­ca­re in qual­sia­si zona d’at­tac­co, e ho an­co­ra tanto da far ve­de­re”.

Infine Balotelli: “Mario ha una gran­de per­so­na­lità. Dovrà di­mo­stra­re tutte le sue qua­lità in modo da aiu­ta­re la squa­dra, ed è in grado di farlo”.

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