Inzaghi, ricordi? Torna a Verona, dove è nato il mito di SuperPippo

Inzaghi a Verona, un pezzo di storia. Nella sua meravigliosa e vincente carriera da giocatore, più di venti anni fa, per una stagione (in prestito dal Piacenza) indossò proprio la maglia gialloblu. Serie B: 13 gol su 36 gare. Soprattutto uno, messo a segno da iradiddio con il Padova. Sugli spalti comparve una bandiera a due aste con la raffigurazione del bizzarro personaggio disneyano. SuperPippo è nato qui.

Un predestinato. Un trascinatore. Impossibile non volergli bene“. Le parole di Bortolo Mutti, suo allenatore prima al Leffe e poi al Verona. Bresaola e pasta al pomodoro, anche il menù fisso di Inzaghi ha preso forma in Veneto. Viveva in un monolocale in corso Sant’Anastasia, nel cuore del centro storico, e guidava una Uno Rap. “Più rispettoso delle regole di un monaco“, giurano. Tranne quel ritrovo insieme alla Curva Sud gialloblu, durante la quale, dai e dai, due birre le buttò giù. Il luppolo fece l’effetto di un detonatore. Nessun danno a cose o persone, ma così scatenato fuori dal campo non lo si era mai visto. Ricordi e retroscena messi in mostra stamane dal bellissimo approfondimento de La Gazzetta dello Sport.

Domenica, alle 15, Inzaghi tornerà a Verona sulla panchina del Milan. Una sfida speciale, il giorno di SuperPippo.

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