Milan, dal Berlusconi a Marassi: (ri)proviamo il tridente leggero?

Doveva essere la gara dei campioni ritrovati, invece dal cilindro di mister Inzaghi è uscito un Milan nuovo, diverso, leggero. L’occasione era di quelle da non lasciarsi scappare: una partita casalinga contro il San Lorenzo, club che fra poco più di un mese si contenderà il Mondiale per Club contro il Real Madrid di Ancelotti; tifosi da riconquistare dopo il deludente ko interno contro il Palermo e molti giocatori che fino ad oggi hanno avuto poco spazio in campo dal primo minuto. Le premesse, alla fine, non sono state rispettate ed hanno lasciato a Inzaghi più dubbi che certezze.

L’attacco rimane il grande rebus che il tecnico rossonero deve ancora risolvere. Contro il San Lorenzo ti aspetti il ritorno al gol di Torres o El Shaarawy, invece rispunta Pazzini, autore di un gol da attaccante vero (cross dalla sinistra di Saponara, il Pazzo anticipa tutti sul primo palo e di prima batte Franco), forse proprio da quell’attaccante che manca al Milan di oggi. Riecco poi anche Niang, meteora rossonera che atterra su San Siro e sforna una prestazione di buona qualità, anche se a sprazzi. Ma quel palo colpito nel secondo tempo con un tiro da fuori di sinistro è l’emblema delle sue potenzialità: tante, ma inespresse. Infine, la conferma che questo Milan non può fare a meno di Bonaventura. L’ex Atalanta, giocando a centrocampo, dà quantità e qualità anche in fase realizzativa: perché non lanciarlo nel tridente offensivo?

Vai a San Siro per rivedere il Faraone col suo scettro o il Torero con il mantello rosso, invece ritrovi Pazzini, Niang e Bonaventura. Caro Pippo, perché a Marassi non provare il tridente leggero con il francese e proprio l’ex atalantino dal primo minuto?

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