CHIAVE TATTICA/ Le ragioni del black out

Dopo due risultati incoraggianti, contro Napoli e Roma, il Milan cade in casa contro il Sassuolo, disputando una pessima prova sotto ogni aspetto. I rossoneri scendono in campo con un 4-3-3 di stampo offensivo che, malgrado in apertura porti i suoi frutti, cioè l’uno a zero di Andrea Poli, sul lungo andare, si rivela tutt’altro che efficace.

A centrocampo, Essien perde contrasti su contrasti, non recupera palloni, non è dinamico e non copre a dovere la posizione, mentre gli interni, Poli e Montolivo, badano alla fase propositiva senza prestare la minima attenzione a quella difensiva, tanto da interdire in maniera a dir poco sporadica e irregolare, da non ripiegare con continuità e da non garantire filtro e solidità. Male anche sulle fasce.

Rami, invece di rimanere bloccato, si intestardisce a proiettarsi in avanti con regolarità. Risultato? Il francese risulta inefficiente sia in fase difensiva, dove scopre la corsia di competenza, sia in quella di spinta, dal momento che non salta mai l’uomo e non propone un cross degno di nota. Sulla sinistra, peggio fa Mattia De Sciglio che, oltre a essere il principale colpevole in occasione delle due reti emiliane, viene superato con facilità e spinge in maniera del tutto anemica.

Ecco allora che il Sassuolo può gestire al meglio la partita, sfruttando dei varchi creatisi in mediana e sulle fasce, malgrado Bonaventura dia il massimo per tappare le falle e rendersi utile. Un disastro, insomma. Disastro a cui vanno aggiunti i cambi sbagliati di Inzaghi che, anziché migliorare la situazione, rende il Milan ancora più perforabile e vulnerabile, a scapito della concretezza e della compattezza. Il tutto a dimostrazione del fatto che, quando provano a fare la partita e ad attaccare, non prestando la giusta attenzione alla fase di copertura, i rossoneri diventino una squadra debole, prevedibile, inconcludente, soggetta alle ripartenze avversarie e battibile con facilità.

Un leitmotiv, quest’ultimo, a cui bisogna porre rimedio giocando sempre in modo equilibrato e razionale, prediligendo la fase di non possesso, con i mediani bloccati e gli esterni d’attacco incaricati di svolgere con continuità la fase difensiva, per poi ripartire in velocità con incisività.

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