Ecco i 3 grandi errori del Milan: dalla società al mercato, fino ai singoli. E Tassotti…

Tre grandi errori, problemi a non finire e… Tassotti. Processo al Milan, firmato La Gazzetta dello Sport. Una serie di colpe e colpevoli da approfondire, affrontare e risolvere, dipese non solo dal ko di ieri.

Spetta alla società l’errore più grave, quello di aver sopravvalutato la rosa e di conseguenza annunciato un obiettivo quasi impossibile da raggiungere: il terzo posto. I tifosi sono stufi di parole e proclami, sanno che già l’Europa League vale un successo. Il nodo principale resta quello del mercato: senza soldi e solo con prestiti e costi zero si rimane mediocri. In questo senso può dare una grossa mano il progetto del nuovo stadio, ma serve chiarezza. La dirigenza è meno forte del passato, la vicenda Sacchi rischia di generare equivoci.

Passiamo a qualche singolo. In via Aldo Rossi 8 rinfacciano a Pippo l’acquisto di Armero e lo spogliatoio è rimasto sorpreso negativamente dall’eccesiva fiducia concessa a Muntari. E poi c’è il caso De Jong. Inzaghi non rinuncerebbe mai all’olandese (in scadenza), lacunoso pure in fase di copertura: i tempi per lo spostamento di Montolivo in regia sono maturi. Bonaventura, poi, suggerisce di schierarlo in attacco, anche per non “rubare” il posto a Poli, uno dei pochi a fare pressione e correre senza palla. Infine, la posizione di Tassotti. Sembra che Andrea Maldera, collaboratore tecnico dello staff rossonero, non solo abbia un rapporto molto forte con l’allenatore ma che addirittura avrebbe scavalcato proprio Tassotti: è Maldera il vero consigliere per formazione e cambi.

Se giochi nel Milan l’impegno non basta. Ci sono giocatori che non valgono questa maglia, ma preoccupa più se a fallire sono quelli bravi: Menez ieri ha mostrato il suo lato peggiore e l’incapacità di trascinare i compagni, stesso discorso per Montolivo. Con una aggravante: la fascia al braccia. Idee e piede educato non bastano, serve personalità. Tocca pure ad El Shaarawy, volenteroso ma timido. La squadra non rispetta più le consegne come prima, alle prime difficoltà crolla e non reagisce.

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