Bonaventura, statua di pongo: per il Milan di Inzaghi si è fatto in sei

Bonaventura si fa in sei. Sei come i ruoli già ricoperti in stagione dopo 20 presenze stagionali (quindici dall’inizio) dal vero jolly di Inzaghi. Al Diavolo Jack, chiamatelo Giacomo: uno dei migliori esponenti del Milan formato italiano in via di costruzione, amante della libertà di spaziare sul campo.

Trequartista, mezzala, punta, a sinistra o a destra, Bonaventura ha dimostrato di saper nuotare fra le correnti del 4-3-3, 4-2-3-1 e 4-3-2-1. Se c’è un giocatore che resta indifferente ai cambi di modulo, quello è lui. Uomo di equilibrio, tuttofare, imprescindibile: fosse una statua, non sarebbe né di cera né di argilla ma di pongo. Da modellare. Il botto finale dello scorso mercato estivo sta resistendo più di ogni suo compagno in termini di condizione e prestazione ma, curiosità de La Gazzetta dello Sport, non ha mai avuto la possibilità (piacere?) di giocare nelle medesime zolle per più di due gare di fila (al massimo 180 minuti come esterno in attacco o interno in mediana a sinistra). Essenziale e senza bisogno di pubblicità, silenzioso uomo-squadra e soluzione ideale per ogni allenatore.

E’ il secondo miglior rossonero dopo Diego Lopez, media voto 6.16. Buona tecnica, nervi saldi, inserimenti, visione: un acquisto perfetto. E pronto per l’Empoli, visto che la spalla non fa più male. Viva Bonaventura.

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