Virdis confessa: “A 19 anni rifiutai la Juventus. Devo molto a Liedholm…”

Pietro Paolo Virdis è stato uno dei protagonisti principali dell’epopea sacchiana al Milan. Il talentuoso attaccante ha rilasciato una lunga intervista al periodico Calcio 2000: “Molti mi hanno rimproverato un carattere difficile, quasi introverso. Io lo definirei tosto. A volte è un bene, a volte un male. Bisogna accettarsi così come siamo. Vede, grazie a questo carattere ho superato momenti difficili: quando a 19 anni rifiutai la Juventus, per esempio. Lo feci perché non volevo lasciare la Sardegna. Poi quell’anno avevamo perso gli spareggi per salire in Serie A, e non me la sentivo di lasciare il Cagliari in B“.

I suoi rapporti con gli allenatori: “Devo tantissimo a Liedholm, soprattutto nel carattere. Non scordiamoci che Liedholm costruì quel Milan che Sacchi portò in cima al mondo. A proposito di allenatori, fatemi ricordare anche Carletto Mazzone. Persona fantastica, l’ho avuto a Lecce a fine carriera. Lui era avanti rispetto agli altri, nel lavoro, nei metodi di allenamento “.

Sulle sue reti decisive al San Paolo per la conquista dello Scudetto: “Quei due gol firmarono la rimonta sul Napoli e, di fatto, vollero dire scudetto. Ricordo Maradona che, alla vigilia, caricò da par suo l’ambiente: “Oggi voglio vedere solo bandiere azzurre”, disse. Ricordo che alla fine la gente ci applaudì, il ricordo più bello fu l’omaggio di quel grande stadio a noi rossoneri. Però, se permette, come punto più alto vorrei citare anche un’altra partita…La finale di Coppa dei Campioni con lo Steaua Bucarest del 1989. Entrai dopo un’ora al posto di Gullit, anche se non stavo bene. Ricordo furono i compagni a volere che io entrassi, per far parte di quel trionfo. Pochi minuti e mi feci male di nuovo, però l’importante era esserci. Non lo dimenticherò mai“.

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