Lentini: “L’incidente mi ha frenato, ma la mia carriera è finita la sera di Milan-Ajax”

Ci sono stelle che bruciano troppo presto, ma la loro scia le accompagna ancora un po’ prima di spegnersi e sparire. Gianluigi Lentini è stato un regalo di Silvio Berlusconi a Fabio Capello, uno dei colpi di calciomercato più clamorosi del Milan a inizio anni ’90: 18,5 miliardi di lire pagati al Torino per quello che era considerato uno dei migliori talenti italiani del momento.

Sbagliai a dire che non volevo lasciare il Toro, era vero ma non dovevo dirlo, mi avevano già venduto e non lo sapevo, così sono passato per traditore – racconta Lentini in una lunga intervista a Repubblica – Berlusconi mi mandò a prendere due volte con l’elicottero, e la prima volta gli dissi no in faccia, a casa sua. Non andai là per i soldi. Il Toro non poteva fare a meno di vendermi, quei miliardi servivano a Borsano. E comunque, il primo scudetto nel Milan fu meraviglioso“. Poi l’incidente che iniziò a incrinare la corazza di Gigi. “Se non avessi picchiato con l’auto e battuto forte la testa sarei stato una bestia per tanti anni ancora. Mi sentivo un leone, nei test nessuno aveva i miei valori in quel Milan in quanto a velocità, potenza, tecnica, resistenza“, dice il 46enne di Carmagnola.

Il 2 agosto 1993 il Milan aveva giocato a Marassi e Lentini stava tornando a Torino quando bucò una gomma, dopo una sosta dal benzinaio per farsela sostituire il terribile scontro che quasi lo uccise. “Percorsi ancora qualche chilometro, poi c’è il vuoto – ricorda l’ex rossonero, che per due giorni lottò tra la vita è la morteall’inizio parlavo come un bambino. Avevo i riflessi lenti e non me ne accorgevo. Anche in campo, quando tornai, ero lento, ma ogni cosa poi andò a posto”.

Ultimo e definitivo colpo alla carriera di Gigi la finale persa dal Milan nel 1995 contro l’Ajax per un gol di Kluivert. “Ero sicuro che avrei giocato la finale di Coppa dei Campioni 1995, Milan-Ajax a Vienna. Invece Capello mi tenne fuori, lui non dà mai spiegazioni. Crollò tutto. Persi la voglia, sbagliai. Quella sera è finita la mia carriera“.

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