Vincente e salvo. Miha respira: il Milan “vede” l’Europa

Serviva vincere, e vittoria è stata. Il Milan di coppa non fa scherzi: batte il Carpi 2-1 nei quarti di finale di Coppa Italia e stacca il pass per il turno successivo. Blindando, ancora una volta, la panchina di Sinisa Mihajlovic: il serbo ha scacciato le ombre dell’esonero, oltre che l’ingombrante sagoma di Lippi, e si è assicurato la permanenza in rossonero almeno per qualche altra settimana. Il buon pareggio di Roma e la vittoria di ieri sul Carpi, esami delicati dopo la debacle dell’Epifania contro il Bologna, hanno cementato la posizione del tecnico e inviato un messaggio chiaro a dirigenza e proprietà: la squadra è unita e compatta dalla parte di Miha. Il quale non ha smentito la propria fama di uomo granitico e imperturbabile: l’ex Samp, all’ennesimo aut-aut stagionale, ha avuto ancora ragione e ha salvato il proprio posto alla guida del Diavolo.

E ora, per Mihajlovic, arriva un periodo di meritata tregua. Il Milan è atteso sì da un ciclo di match ad alta tensione e altissimo coefficiente di difficoltà (Fiorentina in casa, Empoli al “Franchi” e derby contro l’Inter), ma l’allenatore si è guadagnato una boccata d’ossigeno: superato inerme lo “scoglio” Roma e centrata la semifinale di Coppa Italia, Miha può affrontare le partite con relativa tranquillità, perché non saranno più appuntamenti da dentro o fuori. Solo la stracittadina del 31 gennaio sarà un esame da non fallire: il Milan e Mihajlovic saranno chiamati a vincere (o perlomeno non perdere) e a convincere sul piano dell’intensità, ma salvo disastri non sarà in gioco il futuro del tecnico. Il girone di ritorno, per Bacca e compagni, inizia con un filotto di gare decisamente ostiche e complicate: mettere un’altra “scadenza” al serbo contro Fiorentina, Empoli o Inter appare improbabile, oltre che ingiusto.

Insomma: discutere ancora Mihajlovic, a meno di un accanimento nei suoi confronti, sembra assurdo. Il Milan avrebbe potuto fare meglio, e la responsabilità non può che essere anche del tecnico, ma cinque mesi stagionali hanno evidenziato che difficilmente si potrà ambire a qualcosa di più di un piazzamento Europa League: le squadre in Serie A più attrezzate dei rossoneri sono almeno 4-5. E questa mèta vitale, ad oggi, è decisamente alla portata: dista una manciata di punti in campionato, ma soprattutto due partite abbordabili contro Alessandria o Spezia che proietterebbero il Diavolo verso la finalissima di Coppa Italia. Sino a marzo, quando ci sarà il ritorno delle semifinali, il Milan sarà in ballo per l’obiettivo numero uno della stagione. E Mihajlovic, salvo “catastrofi bibliche” di inzaghiana memoria o clamorosi ribaltoni, conta di arrivarci per poterselo giocare.

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