1987-2017: Verona non può essere sempre fatale

La storiella la conosciamo già. Il Milan di Rocco perde al “Bentegodi” per 5-3 nel 1973 buttando alle ortiche uno scudetto già vinto. Quello che sarebbe stato della stella, il decimo. Nel 1990 poi, grazie alla collaborazione di Rosario Lo Bello, il Milan perde la testa e la partita di nuovo, stavolta per 2-1, e lo scudetto viaggia verso Napoli.

Ma Verona non è sempre fatale. Mercoledì il Milan scenderà in campo di nuovo nella città scaligera contro il Chievo, e il calendario ha voluto una incredibile coincidenza: il 25 ottobre del 1987, esattamente trent’anni prima di questo Chievo-Milan, i rossoneri giocarono proprio a Verona con l’Hellas una partita che si rivelò cruciale per i destini rossoneri.

Era sceso dal cielo il Milan di Berlusconi, arrivando all’Arena con gli elicotteri un anno prima. Tacconi ironizzò immediatamente: “Serviranno per scappare via”. E in effetti sembrava potesse aver ragione l’ex portiere juventino. Alla fine del campionato 1986-87 il Milan centrò l’Europa, ma esonerò Liedholm e scelse Sacchi come nuovo condottiero dopo l’interregno di Capello. La rivoluzione del profeta di Fusignano tardò ad arrivare. Il Milan perse in casa 2-0 dalla Fiorentina, uscì male in Coppa Uefa trafitto dal non trascendentale Espanol, e quella sfida a Verona di fine ottobre pareva già un crocevia per i destini del Milan e di Arrigo. Fin quando un colpo di testa di Virdis, che saltò più in alto di tutti e insacco nell’angolino sotto al colmo settore rossonero, non cambiò improvvisamente i destini di tutti quegli uomini straordinari che costruirono il ciclo forse più bello dell’intera storia milanista.

Non solo: molti anni dopo, nel 2002, il Milan gioca a fine aprile contro il Verona di nuovo al “Bentegodi”. Anche quella è una sfida cruciale. I rossoneri vanno sotto, poi Inzaghi pareggia e Pirlo, dribblando il portiere, insacca a porta vuota il decisivo 2-1 che permette agli uomini di Ancelotti di ipotecare un pesantissimo quarto posto. Il Milan supererà i preliminari di Champions League di agosto, andando poi a vincere il trofeo a Manchester. E la vittoria del 2011 proprio contro i clivensi? Era febbraio e Pato scaldò il cuore delle migliaia di milanisti presenti. Fu una pietra fondamentale sul diciottesimo scudetto. No, Verona non è sempre fatale. Montella si augura che un altro Virdis, trent’anni dopo, si prenda cura di lui.

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