G come Gattuso, G come grinta: ripartenza Milan?

Gli abbracci a fine partita, quelle pacche ai suoi ragazzi come dire “Sì, possiamo uscirne”. Il volto così corrucciato e tirato di Gattuso negli impietosi primi piani televisivi di questa prima mesata al Milan, hanno lasciato il posto alla gioia e alla consapevolezza di aver preso una boccata di ossigeno. Il Milan parte per Firenze, ultima del 2017 alle 12.30 di domani, con un la valigia del derby piena di speranze. Indomito quando giocava, Gattuso da allenatore deve trovare la quadra non solo in campo ma anche negli atteggiamenti, perché allenare è diverso dal giocare. Gli attributi i suoi li hanno messi, forse non solo mercoledì sera, ma anche in altre occasioni in cui la fortuna non è stata però alleata. Nel calcio di oggi dove non vi è spazio per rifiatare, gli effetti del derby si vedranno già in Toscana, non tanto dal punto di vista del risultato quanto dell’atteggiamento. Staccare di nuovo la spina vorrebbe dire derubricare il derby a episodio isolato solo perché l’importanza della partita imponeva di vestire lo smoking. Il Milan, anche in tuta e pantofole nelle gare meno blasonate, dovrà iniziare ad avere lo stesso piglio che il suo allenatore aveva ogni volta che entrava in campo, cosa che è colpevolmente mancata troppo spesso in questi anni nelle partite di fascia medio-bassa. Con un auspicio: che l’area di rigore sia ormai il regno del numero 63, quel Cutrone che adesso è davvero impossibile estromettere dall’undici iniziale.

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